Ingegneria Navale

Come si comporta un drone in acque infestate da coccodrilli?

Come si comporta un drone in acque infestate da coccodrilli? Risponde a questa domanda ASI Group conducendo un test col ROV Saab Seaeye Falcon. Ovviamente la prova non aveva come fine semplicemente soddisfare una curiosità ma valutare l’impiego di robot in aree pericolose. Utilizzare un ROV o AUV è assolutamente necessario in alcuni casi per evitare di mettere a rischio le persone.

Ci troviamo in Africa orientale: lì dove vivono animali feroci sono presenti diverse strutture indispensabili per milioni di persone in quanto forniscono energia elettrica. Servendo qualcosa capace di ispezionare i luoghi più critici ASI Group decide di immergere un drone in acque infestate da coccodrilli.

L’avventura del robot nella selvaggia giungla africana

Per ottenere risultati attendibili in grado di dimostrare l’effettivo vantaggio nell’utilizzo di un robot in sostituzione al personale umano, gli operatori hanno scelto per le prove quelle aree notoriamente più pericolose. Sfruttando una gru è stato possibile posizionare il drone mantenendo la distanza di sicurezza dai predatori. Precisamente è un robot Falcon il protagonista di quest’avventura nella giungla: il gioiellino di casa Saab Seaeye progettato per missioni commerciali, scientifiche e di sorveglianza.

Nei luoghi selvaggi dell’Africa orientale i coccodrilli minacciano chiunque tenti di ispezionare le strutture sottomarine necessarie alla fornitura di energia elettrica. Mentre il Falcon navigava nelle acque interne indagando sullo stato delle infrastrutture, i coccodrilli apparivano disinteressati al robot. Questo ha permesso ad ASI Group di ottenere informazioni accurate senza correre alcun pericolo.

Perché valutare come si comporta un drone in acque infestate da coccodrilli?

Le infrastrutture ispezionate servono cinque centrali elettriche in Africa orientale ecco perché occorre assolutamente monitorarle. Nonostante l’asprezza dei luoghi e la presenza dei predatori, il Falcon ha raccolto dati tanto affidabili da permettere ad ASI di costruire utilissimi modelli 3D. Ragionando in termini di sicurezza è evidente il vantaggio di immergere un drone in acque infestate da coccodrilli piuttosto che persone; oltre a questo ci sono però ulteriori considerazioni da fare:

  • non è più necessario movimentare le masse d’acqua per agevolare l’ispezione; operazione che in alcuni casi danneggia le strutture (ad esempio le gallerie sono suscettibili a crolli)
  • i costi risultano notevolmente ridotti perché il drone va a sostituire onerose procedure
  • il drone può facilmente raggiungere punti altrimenti inaccessibili

Possiamo allora rispondere alla domanda che ci siamo inizialmente posti. Come si comporta dunque un drone in acque infestate da coccodrilli? Grazie a questi test si può affermare che il lavoro dei ROV procede senza intoppi.

Il drone si comporta bene anche in acque torbide (photo: Saab Seaeye)

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Christian Cione

Studente magistrale di Ingegneria Navale presso l'Università degli Studi di Napoli Federico II. Scrivo articoli inerenti allo scenario marittimo e cantieristico internazionale con maggiore attenzione verso tematiche ambientali e militari.

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