La nave da ricerca HMS Magpie ed il nuovo software di mappatura
La nave da ricerca HMS Magpie della Royal Navy si unisce alla squadra di ricerca idrografica, sostituendo l’ormai anziana HMS Gleaner. La HMS Magpie è più grande e resistente della HMS Gleaner, aumentando la durata della missione ed il numero dei membri dell’equipaggio.
La nave da ricerca HMS Magpie porta un nome celebre
La nave da ricerca HMS Magpie prende il nome dalla corvetta HMS Magpie U82 appartenente alla classe Black Swan nella versione modificata del 1942. Quest’ultima è l’unica nave guidata da Filippo di Edimburgo nel periodo che va dal settembre 1950 fino al 1952. C’è da precisare che già la HMS Magpie U82 era la settima nave ad avere quel nome e che fu riclassificata come fregata nel 1947.
La nave da ricerca HMS Magpie può rimanere in mare molto più a lungo della sostituta HMS Gleaner. I posti alloggio sono per un massimo di 12 passeggeri e la cambusa può immagazzinare viveri per una missione di 7 giorni. Il progetto è appositamente pensato per aumentare la resistenza della nave soprattutto in acque agitate. I sistemi a bordo sono tecnologicamente avanzati e permettono all’equipaggio di gestire sottomarini a controllo remoto che assistono nelle missioni di ricerca. I veicoli unmanned potranno non solo mappare ampie aree ma anche rilevare ostacoli e mine. Il software ricava dati dai radar convenzionali e nonostante essi presentino rumore per l’influenza ondosa, disegna il profilo batimetrico dando informazioni sulla profondità e sulla corrente.
I primi test con la nave da ricerca HMS Magpie hanno dato ottimi risultati
Il software della Royal Navy ha già dimostrato le sue potenzialità: è in grado di ottenere risultati eccellenti in poche ore sui bassi fondali. La nave da ricerca HMS Magpie ha tracciato le acque intorno Plymouth usando usuali radar ma supportati da un programma che misura l’altezza delle onde. Il software raccoglie informazioni sulle correnti e produce un profilo dettagliato dei fondali marini in poche ore. Bisogna osservare che queste prove dai risultati più che soddisfacenti si sono ottenuti vicino la riva. Sono necessari altri test di valutazione ma la Royal Navy e gli esperti sono tutt’altro che impensieriti.
La batimetria radar sviluppata dagli esperti del National Oceanography Centre di Liverpool in collaborazione col Defence Science and Technology Laboratory è vantaggiosa perché rapida. In tempi di pace, ma molto più in scenari bellici, la velocità durante le operazioni di mappatura è cruciale. Paul Bell, scienziato protagonista del progetto presso il National Oceanography Centre fa notare che:
“La tecnica usata dal software consente la traccia da remoto sia delle acque basse che delle correnti distanti diverse miglia nautiche. Potrebbe essere utilizzata da tutte le navi della Royal Navy sfruttando i radar già installati”
L’importanza del software sta nell’integrazione con sonar già in uso
Le dimensioni della Magpie non le consente di trasportare i radar già usati sul resto della flotta, dunque questi sono su installazioni temporanee. In media servirebbero due settimane per fare ciò che la nave da ricerca HMS Magpie ha fatto in poche ore. Il software è ancora in fase di sviluppo ma l’obiettivo è quello di integrarlo con i sistemi della Royal Navy già in uso. Nella maggior parte dei casi basterà aggiornare il software.
“La Royal Navy è continuamente alla ricerca di nuove tecnologie d’avanguardia”
Queste le parole del tenente comandante Mark White della HMS Magpie, il quale continua dicendo che:
“Lavorare al fianco del National Oceanography Centre è stato eccezionale per la sperimentazione e lo sviluppo di tali nuove ed entusiasmanti tecnologie. Queste potrebbero avere una vasta gamma di utilizzo nella Royal Navy.”
Le nuove prove e l’indagine di relitti
I test saranno condotti in estate, setacciando minuziosamente il porto di Portsmouth. La nave da ricerca HMS Magpie utilizza sonar integrati e trainati per scansionare l’intera area portuale, fornendo immagini 3D di alta qualità. Completata la missione a Portsmouth, HMS Magpie avvicinerà il relitto della Mary Rose, la caracca da battaglia d’epoca Tudor nonché ammiraglia di Enrico VIII. Le successive indagini la condurranno al relitto di un’altra nave, sempre della stessa epoca storica della Mary Rose, ma battente bandiera francese. L’affondamento è avvenuto al largo della costa nord orientale della splendida Isola di Wight.