Il posizionamento dinamico: cos’è e a che cosa serve
Il posizionamento dinamico, noto come DP (Dynamic Positioning) è sfruttato da alcune navi per mantenere inalterata la posizione e la rotta in mare. Il concetto che c’è alla base del posizionamento dinamico è il seguente: valutare l’azione esterna e contrastarla automaticamente e prontamente attraverso speciali sistemi.
Funzionamento del posizionamento dinamico
Una nave è dotata di sei gradi di libertà di cui tre traslazioni e tre rotazioni. I primi sono avanzo, deriva e sussulto; i secondi sono rollio, beccheggio e imbardata. Se sottoposta a forze esterne, la nave può sia traslare che ruotare a seconda dell’entità di quelle prima dette. Nel nostro caso esse compongono l’azione meteomarina e sono le forze del vento, delle onde e della corrente. Sotto forze la nave subisce variazioni di posizione, direzione ma anche di velocità. Per contrastare opportunamente tali cambiamenti, come abbiamo anticipato, il bastimento va equipaggiato innanzitutto con adeguati strumenti di misura. Una volta determinate posizione e rotta sarà poi possibile calcolare la risposta necessaria a serbarle, ottenuta attraverso l’azionamento di propulsori.
Il riferimento per il posizionamento dinamico può essere un punto fisso come un oggetto in movimento; in questo caso si parla di posizionamento dinamico assoluto. La nave potrà ad esempio conservare la propria posizione rispetto al fondale oppure ad un altro mezzo, che sia di superficie oppure subacqueo. Se invece la nave si posiziona nella maniera tale da ridurre le forze meteomarine allora si parla di posizionamento dinamico weathervaning.
L’onere di calcolo è affidato ai computer: i sensori forniscono i dati sulla situazione di partenza mentre i software modellano matematicamente le forze ambientali. Una volta calcolata l’azione esterna, ancora l’intelligenza artificiale provvederà a contrastarla avviando nella giusta misura eliche e thrusters. Il sistema di controllo del posizionamento dinamico, dunque, calcola le forze che i propulsori devono produrre per tenere sotto controllo il movimento della nave.
I diversi livelli del DP
I sistemi DP sono classificati DP1, DP2 o DP3. La suddivisione segue le linee guida IMO: ogni livello aggiunge ulteriori capacità a quello precedente.
- Il DP1 è il più elementare, ciononostante consente di mantenere la posizione automaticamente.
- Il DP2 soddisfa i requisiti del DP1 ma permette di mantenere la pozione anche se uno dei componenti attivi è in avaria; risultato ottenuto grazie a ridondanze.
- Il DP3 soddisfa i requisiti del DP2 (dunque anche del DP1) con in più la possibilità di operare anche in caso di incendio o allagamento a patto che i suoi sistemi siano fisicamente separati.
Vantaggi e svantaggi del posizionamento dinamico
Il posizionamento dinamico, come tutte le cose, ha dei pro e dei contro. Tra i vantaggi troviamo in primis un aumento notevole della manovrabilità. Segue la possibilità di ormeggio senza la necessità di rimorchiatori indipendentemente dalla profondità del mare. La possibilità di seguire un riferimento in moto può essere estremamente utile come nel caso di lavori sottacqua con sommozzatori.
Gli svantaggi del posizionamento dinamico invece sono i costi elevati sia per l’allestimento che carburante; il DP richiede manutenzioni frequenti e la disponibilità a bordo in termini di ingombro per l’installazione di tutti i componenti, compresi i thrusters.
Quali navi si servono del posizionamento dinamico
È da notare che è molto più difficile incontrare navi che si accontentino del DP1; al contrario sono frequenti DP2 e DP3 per le maggiori garanzie di sicurezza. Alcuni mezzi navali non possono fare a meno del posizionamento dinamico e queste sono:
- Navi da crociera
- Flotels
- Diving support vessels
- Dredging
- FPSO’s
- Navi da ricerca
- Mega yachts
- Pipe laying vessels
- Platform supply vessels
- Rock dumping vessels
- Navi da ricognizione
- Dragamine
- Supply vessels
- Navi cisterna
- Drill ships
- Cable-laying vessels
- Gru galleggianti
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