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Il terzo sottomarino di nuova generazione italiano

Fincantieri si aggiudica l’ordine per il terzo sottomarino di nuova generazione U212 NSF da consegnare alla Marina Militare Italiana. L’interesse verso le unità subacquee continua a crescere: non solo sottomarini ma anche veicoli unmanned. Attacchi a sorpresa a flotte o infrastrutture possono avere conseguenze devastanti. Questa è la lezione che il mondo ha imparato durante la Prima e la Seconda guerra mondiale e ripassa ogni qualvolta scoppia un nuovo conflitto. Anche durante la guerra ancora in corso tra Russia e Ucraina abbiamo visto l’impiego di unità subacquee. La Russia ha sguinzagliato i suoi sottomarini nel Mediterraneo causando forti preoccupazioni alle nazioni occidentali. Ad ogni modo il sottomarino non deve essere inquadrato esclusivamente nello scenario bellico: i mezzi subacquei sono fondamentali per la ricerca scientifica e per contrastare trafficanti o pirati.

La missione del terzo sottomarino di nuova generazione

Il terzo sottomarino di nuova generazione rientra nel programma U212 NFS attraverso il quale la Marina Militare Italiana sostituisce man mano la classe Sauro ancora operativa. Stefania Pucciarelli, nella carica di Sottosegretario di Stato alla Difesa, intervenne a proposito del programma U212 NFS descrivendo le unità come:

“Unità navali altamente innovative in grado di garantire all’Italia la necessaria continuità in termini di abilitante vantaggio operativo e tecnologico rispetto ad un contesto di impiego di crescente rilevanza strategica come il dominio marittimo”.

La missione dei sottomarini U212 NFS comprende la sorveglianza delle vie di comunicazione marittime e delle infrastrutture sottomarine. Sono compiti di fondamentale importanza non solo per l’Italia ma per la NATO e difatti anche gli altri alleati ampliano le proprie capacità in questa direzione.

I sottomarini di ultima generazione, oltre a contribuire alla difesa degli interessi nazionali, comportano dei benefici all’industria italiana. A bordo troviamo sistemi di ultima generazione che spronano i settori quali quello meccanico, energetico, delle telecomunicazioni, delle strutture. Un’ottima occasione per accrescere dunque il know-how italiano grazie alla partecipazione di società grandi, medie e piccole, università e centri di ricerca.

Il terzo sottomarino di nuova generazione avrà sistemi all’avanguardia

Come gli altri battelli U212NFS, anche il terzo sottomarino di nuova generazione soddisferà pienamente gli stringenti requisiti della Marina Militare. La priorità è quella di controllare e sorvegliare le profondità marine in diversi scenari operativi. La classe Sauro che risale agli anni ’80 è prossima al termine del suo ciclo di vita: i sottomarini U212NFS dovranno quindi sia colmare il vuoto sia ampliare le capacità della flotta italiana.

OCCAR sceglie Fincantieri per la realizzazione dell’unità

La OCCAR, ovvero Organisation Conjointe de Coopération en matière d’Armement (Organizzazione congiunta per la cooperazione in materia di armamenti) dà il via libera a Fincantieri per la realizzazione del terzo sottomarino di nuova generazione. L’unità per la Marina Militare ha un valore che supera i 500 milioni di euro. A questi si aggiungono altri 160 milioni di euro per future attività di sviluppo e forniture specifiche richieste dalla forza armata.

Fincantieri, nel ruolo di Design Authority, promette di apportare tutte le modifiche progettuali necessarie a rendere quest’unità estremamente competitiva. La consegna del battello è prevista per l’anno 2030.

Il sottomarino Salvatore Todaro classe U212A
(Fonte: U.S. Navy photo by Mass Communication Specialist 2nd Class Regina L. Brown)

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Le nuove tecnologie per i sottomarini migliorano la gestione generale del mezzo, la potenza di fuoco, la sicurezza a bordo. I battelli migliorano anno dopo anno e spesso nemmeno ci accorgiamo della rivoluzione che avviene sotto i nostri occhi. La tecnologia non apporta cambiamenti solo all’unità in quanto mezzo navale, ma come vedremo presto ha un forte impiatto anche sull’equipaggio.

Il sistema SEDA (Sonar Integrated Submarine Command Control System) è stato progettato e sviluppato da Havelsan. La sua utilità principale è quella di elaborare i dati provenienti da sonar e sensori in modo da creare un quadro tattico subacqueo completo. SEDA semplifica in questo modo la gestione dei sottomarini e attraverso il Tactical Data Link condivide le informazioni con altre forze sottomarine. I sistemi di gestione del combattimento (CMS) sono il cervello di qualsiasi nave militare. Focalizzando lo sguardo sui sottomarini, soprattutto per quanto riguarda le comunicazioni, l’importanza dei CMS cresce ulteriormente. La tecnologia Havelsan già serve la Marina militare turca per le navi di superficie; attraverso il SEDA, la società conquista terreno anche nell’ambiente sottomarino.

Christian Cione

Studente magistrale di Ingegneria Navale presso l'Università degli Studi di Napoli Federico II. Scrivo articoli inerenti allo scenario marittimo e cantieristico internazionale con maggiore attenzione verso tematiche ambientali e militari.

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