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Cacciatorpediniere USA nello stretto di Taiwan: tensioni con la Cina

Un cacciatorpediniere USA nello stretto di Taiwan aumenta le tensioni tra Stati Uniti d’America e Cina. La navigazione avviene a pochi giorni dalle esercitazioni militari cinesi intorno alla piccola isola nazione. Pechino non ha mai smesso di considerare Taiwan come propria e lo palesa ogni volta che può. Gli USA, di tutta risposta, continuano a proteggere la libertà di Taiwan.

USS Milius è il cacciatorpediniere USA nello stretto di Taiwan

Appartiene alla classe Arleigh Burke il cacciatorpediniere USA nello stretto di Taiwan. La USS Milius è schierata con la U.S. Navy’s 7th Fleet quando inizia la sua navigazione nello Stretto di Taiwan. L’attraversamento, secondo le dichiarazioni della settima flotta della Marina statunitense, è un “passaggio di routine”.

La US Navy sottolinea che in quelle acque si applica il diritto internazionale secondo cui, in alto mare, c’è libertà di navigazione e volo. Le navi statunitensi periodicamente attraversano quell’area in modo tale da conservarne la libertà.

La Cina irritata dal cacciatorpediniere USA nello stretto di Taiwan

Le tensioni tra Cina e USA aumentano pericolosamente. La Cina aveva da poco concluso le sue esercitazioni militari intorno l’isola quando poi osserva navigare il cacciatorpediniere USA nello stretto di Taiwan. Secondo le fonti, è plausibile che lo sfoggio di forza della Cina sia una velata minaccia in seguito ad incontro avvenuto precedentemente tra la Presidente di Taiwan Tsai Ing-wen e il Presidente della Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti Kevin McCarthy. La Cina dichiara attraverso i social di monitorare attentamente le operazioni della nave statunitense e di seguirla con un corpo militare ad hoc.

Già poco tempo fa, la Cina ha denunciato gli USA per la vendita di armi a Taiwan in occasione del G7 in Giappone. Sarebbero 400 i missili anti-nave Harpoon venduti a Taiwan nel piano di difesa contro eventuali invasioni militari cinesi. Il portavoce del ministero degli Esteri cinese Wang Wenbin ha manifestato tutta l’irritazione di Pechino che vede forze straniere sfruttare l’isola a danno della Cina.

La USS Milius classe Arleigh Burke (Fonte: U.S. Navy photo by Photographer’s Mate 2nd Class Daniel J. McLain) .

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Per la presentazione ufficiale del nuovo VLS di Lockheed Martin occorre attendere il Sea Air Space 2023Durante questo evento si riunisce tutta l’industria della Difesa USA e i principali decisori militari. In tre giorni si alternano sessioni informative, discussioni politiche ed esposizioni. Il sistema di lancio verticale si chiama Growth-VLS (G-VLS) e non appartiene alla serie già nota Mk.41. Rispetto agli attuali lanciatori in uso, sviluppati sempre da Lockheed Martin, questo è più grande in modo da contenere missili di dimensioni maggiori. Difatti il programma DDG(X) punta a realizzare un cacciatorpediniere con celle lanciamissili di grandi dimensioni.

Dalla pubblicazione del bilancio della US Navy per il 2024 emerge un grande sforzo verso l’incremento della produzione di missiliL’approvvigionamento interessa i missili antinave LRASM/JASSM e i missili da crociera Tomahawk. Con precisione, le forniture dei primi raddoppieranno mentre si tenta di incrementare quelle dei secondi di sei volte. Tale strategia trova giustificazione in più fattori: tra i più importanti troviamo innanzitutto la disponibilità di nuove versioni del Tomahawk e la maggior richiesta estera nei confronti di questi armamenti.

Il giallo dei gasdotti Nord Stream continua dallo scorso 26 settembre, quando il sabotaggio dell’infrastruttura inasprì ulteriormente i rapporti tra NATO e RussiaLa NATO accusava i russi mentre il Cremlino negava ogni responsabilità puntando il dito contro gli USA. Ad ogni modo, in seguito a quell’evento, i Paesi europei hanno intensificato la difesa delle proprie infrastrutture sottomarine. Ancora sono ignoti i responsabili del sabotaggio e nel frattempo spuntano nuove ipotesi. Secondo alcuni media, dietro il giallo dei gasdotti Nord Stream potrebbero esserci addirittura gli ucraini.

Christian Cione

Studente magistrale di Ingegneria Navale presso l'Università degli Studi di Napoli Federico II. Scrivo articoli inerenti allo scenario marittimo e cantieristico internazionale con maggiore attenzione verso tematiche ambientali e militari.

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