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Il nuovo VLS di Lockheed Martin per il cacciatorpediniere USA

Il nuovo VLS di Lockheed Martin sarà presentato in occasione dell’evento Sea Air Space di quest’anno (SAS 2023). Servirà la marina militare degli Stati Uniti d’America per il programma DDG(X) avviato per lo sviluppo di un cacciatorpediniere guidato di nuova generazione. Essendo una tecnologia nuova molte informazioni restano ad oggi riservate.

Il nuovo VLS di Lockheed Martin apparirà durante il Sea Air Space 2023

Per la presentazione ufficiale del nuovo VLS di Lockheed Martin occorre attendere il Sea Air Space 2023. Durante questo evento si riunisce tutta l’industria della Difesa USA e i principali decisori militari. In tre giorni si alternano sessioni informative, discussioni politiche ed esposizioni.

Il sistema di lancio verticale si chiama Growth-VLS (G-VLS) e non appartiene alla serie già nota Mk.41. Rispetto agli attuali lanciatori in uso, sviluppati sempre da Lockheed Martin, questo è più grande in modo da contenere missili di dimensioni maggiori. Difatti il programma DDG(X) punta a realizzare un cacciatorpediniere con celle lanciamissili di grandi dimensioni.

Il nuovo VLS di Lockheed Martin guarda al futuro

La scelta di creare un sistema di lancio che può ospitare missili più ingombranti è dovuta a previsioni future. Il DDG(X) sarà in grado di trasportare missili balistici più grandi in maniera tale da renderlo competitivo il più a lungo possibile.

Si lavora molto per massimizzare il numero di missili che è possibile imbarcare.  Il funzionario della Lockheed Martin, durante un’intervista, ha sottolineato che il G-VLS potrebbe anche supportare pacchi di missili multipli di dimensioni tradizionali a partire dal VLS Mk.41. Al momento il nuovo VLS di Lockheed Martin è in attesa di test che hanno lo scopo di verificarne l’idoneità. Non ci saranno dunque lanci di missili durante queste verifiche col Growth-VLS.

Qualcosa in più sul programma DDG(X)

Il programma DDG(X) nasce per dotare la marina militare degli Stati Uniti di una nuova classe di cacciatorpediniere. In particolare, quest’ultima prevede l’armamento di missili guidati (DDG) di prossima generazione, ovvero ancora sulla carta. Le unità DDG(X) sostituiranno gli incrociatori Aegis di classe Ticonderoga (CG-47) e i vecchi cacciatorpediniere Aegis di classe Arleigh Burke (DDG-51).

Nella designazione del programma DDG(X), la X indica che il progetto preciso della nave non è ancora stato determinato. La Marina intende infatti acquistare il primo DDG(X) nell’anno 2032 anche se comunque la data potrebbe variare come già avvenuto in passato. Il progetto costa oltre 187 milioni di dollari necessari alla ricerca e allo sviluppo del programma.

Ecco come dovrebbe apparire l’unità DDG(X) del Program Executive Office Ships (PEO Ships) secondo il modello presentato al simposio della 2022 Surface Navy Association (fonte: USNI News)

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La Royal Navy attende con trepidazione la nuova unità della classe Type 26, nave per la guerra antisom di ultima generazioneLa quarta della sua classe ha un valore di 840 milioni di sterline e migliorerà di gran lunga le capacità dell’intera Royal Navy. In particolare, quest’ultima unità è più silenziosa e potente rispetto alla precedente Seven Seas con l’obiettivo di stanare anche le più avanzate minacce subacquee.

Dalla pubblicazione del bilancio della US Navy per il 2024 emerge un grande sforzo verso l’incremento della produzione di missiliL’approvvigionamento interessa i missili antinave LRASM/JASSM e i missili da crociera Tomahawk. Con precisione, le forniture dei primi raddoppieranno mentre si tenta di incrementare quelle dei secondi di sei volte. Tale strategia trova giustificazione in più fattori: tra i più importanti troviamo innanzitutto la disponibilità di nuove versioni del Tomahawk e la maggior richiesta estera nei confronti di questi armamenti.

Il giallo dei gasdotti Nord Stream continua dallo scorso 26 settembre, quando il sabotaggio dell’infrastruttura inasprì ulteriormente i rapporti tra NATO e RussiaLa NATO accusava i russi mentre il Cremlino negava ogni responsabilità puntando il dito contro gli USA. Ad ogni modo, in seguito a quell’evento, i Paesi europei hanno intensificato la difesa delle proprie infrastrutture sottomarine. Ancora sono ignoti i responsabili del sabotaggio e nel frattempo spuntano nuove ipotesi. Secondo alcuni media, dietro il giallo dei gasdotti Nord Stream potrebbero esserci addirittura gli ucraini.

Christian Cione

Studente magistrale di Ingegneria Navale presso l'Università degli Studi di Napoli Federico II. Scrivo articoli inerenti allo scenario marittimo e cantieristico internazionale con maggiore attenzione verso tematiche ambientali e militari.

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