La recente Paris Naval Conference 2023 ha dato modo ai capi delle Marine militari occidentali di discutere su quanto accade in Ucraina. L’incontro è avvenuto presso l’Istituto Francese di Relazioni Internazionali (IFRI), a Parigi il 18 gennaio. È emerso che il modo di fare guerra è cambiato e continua ad evolversi con nuove tattiche e strategie. Le Marine occidentali devono prenderne atto e impegnarsi ancora di più per far fronte alle nuove minacce.
Durante la Paris Naval Conference 2023, l’ammiraglio Michael Gilday, capo delle operazioni navali (CNO) della Marina statunitense, ha evidenziato il coraggio del popolo ucraino. Una delle lezioni più importanti per l’Occidente è proprio questa: la volontà fa la differenza sul campo di battaglia. Gli ucraini erano partiti in grande svantaggio ad inizio conflitto e ciò che meraviglia è come siano poi riusciti a sostenere la guerra. I militari ucraini hanno risposto infliggendo pesanti perdite al gigante russo e questo non è solo merito del supporto occidentale.
È vero che alcuni Paesi NATO, più di altri, abbondantemente supportano le forze di difesa ma la differenza continua a farla ogni singolo soldato. Gli ucraini sono stati in grado di sfruttare al massimo tutto ciò che avevano a disposizione, imparando in fretta sul campo come rimediare ai propri punti deboli:
“Gli ucraini stanno imparando la guerra mentre la combattono e lo stanno facendo in una maniera assai agile e flessibile”.
Emerge che il valore e la versatilità sono le armi più potenti a disposizione di una nazione. Le Marine occidentali desiderano questo nei propri schieramenti perché, sempre come sottolinea l’ammiraglio Gilday, può garantire una posizione di vantaggio in combattimento.
L’ammiraglio Pierre Vandier, capo di Stato Maggiore della Marina francese, ha invece invitato tutti ad osservare l’importanza delle forze navali. All’apparenza sembra che le sorti del conflitto si decidano sulla terraferma ma guardando più attentamente ci si accorge che così non è. La guerra in Ucraina ha una dimensione marittima anche importante.
Per condividere il punto di vista dell’ammiraglio Pierre Vandier basta ricordare quanto avvenuto per il controllo del Mar Nero. Il porto di Odessa doveva e deve continuare ad essere un porto franco. Anche il First Sea Lord della Royal Navy britannica e Capo di Stato Maggiore della Marina, ovvero l’ammiraglio Sir Ben Key, è d’accordo su questa visione.
“La perdita di Odessa avrebbe strangolato l’economia ucraina a causa dell’impossibilità di esportare grano. Questo avrebbe creato enormi carenze alimentari in Paesi distanti molte migliaia di chilometri dall’Ucraina.”
Qualora Odessa venisse catturata, le sciagurate conseguenze si ripercuoterebbero su tutti a livello internazionale. È fondamentale mantenere quelle rotte il più al sicuro possibile ecco perché anche la flotta ha un ruolo da protagonista in questa guerra. Un altro esempio a favore della tesi lo forniscono gli attacchi missilistici con obiettivi in mare.
Il primo pattugliatore MK VI ucraino arriva allo stabilimento SAFE Boats di Tacoma per completare le operazioni di allestimento. Secondo le informazioni divulgate dal porto di Tacoma, la nave era già completa ad inizio mese ma non è stata riportata la data esatta. Nel prossimo futuro giungeranno le altre navi grazie ad un accordo con gli Stati Uniti.
Da qualche giorno la Norvegia osserva con sospetto le attività della nave russa Admiral Gorshko. Nonostante l’unità si trovi in acque internazionali, la sua presenza mette in allerta il Paese scandinavo. La fregata in questione è tra le navi militari più potenti a disposizione del presidente Vladimir Putin: sfoggiarla così è forse l’ennesimo tentativo di intimorire gli alleati NATO più vulnerabili?
La NATO sceglie di schierare uno stormo di aerei di sorveglianza jet AWACS in Romania nelle vicinanze della città di Bucarest. L’arrivo degli aerei Airborne Warning and Control System (AWACS) è previsto entro la giornata di oggi 17 gennaio 2023. Le unità avranno il compito di rafforzare la presenza dell’Alleanza nella regione e soprattutto monitorare le mosse della Russia. Dall’inizio della guerra la NATO ha aumentato sempre di più il numero di aerei militari in Europa
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