I test ipersonici continuano: massima priorità dalla US Navy
Il 26 ottobre termina la seconda campagna di test ipersonici High Operational Tempo condotta da Sandia National Laboratories e NASA. L’obiettivo è migliorare le capacità di attacco e difesa della US Navy con armi ipersoniche. Anche la Missile Defense Agency (MDA) ha partecipato alla campagna per raccogliere dati utili al suo lavoro di sviluppo di sistemi di difesa contro armi ipersoniche.
I test ipersonici sono la base di partenza per lo sviluppo di nuove e sofisticate armi. Poiché il fine è realizzare missili da impiegare sia a terra che a mare, estremamente utile si è dimostrata la collaborazione tra la Marina militare e l’Esercito degli Stati Uniti.
I test ipersonici comprendono una serie di esperimenti
Ad arricchire la campagna di test ipersonici sono le collaborazioni con partner che lavorano nel campo della Difesa. Questa settimana un ulteriore razzo sonda concluderà definitivamente la campagna. È l’ultimo di una serie di razzi equipaggiati ad hoc per raccogliere dati su prestazioni e sistemi durante le simulazioni.
La loro utilità è indiscutibile in quanto consentono di valutare rapidamente gli armamenti e provvedere, qualora fosse necessario, a manutenzioni. I dati raccolti durante i test ipersonici miglioreranno le armi in dotazione alla Marina militare degli Stati Uniti ma anche dell’Esercito.
Massima priorità ai test ipersonici
I test ipersonici sono una priorità per gli Stati Uniti perché da questi sarà possibile sviluppare nuovi armamenti. Attraverso il programma Conventional Prompt Strike (CPS), gli USA stanno attualmente sviluppando nuovi armamenti ipersonici non nucleari. Queste armi potranno ingaggiare il nemico tempestivamente con estrema precisione: i missili viaggeranno a diverse altitudini con una velocità superiore a cinque volte quella del suono.
La campagna di test ipersonici effettuata si è rivelata fondamentale per lo sviluppo di un missile ipersonico Common-Hypersonic Glide Body (C-HGB) da impiegare sia a terra che in mare. Sarà possibile farlo grazie ai sistemi di lancio adattabili al campo di battaglia e alle piattaforme navali. La nuova arma è il frutto della collaborazione di Esercito e Marina militare: entrambe le forze armate continueranno a lavorare insieme per le future campagne di test.
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