Navi Militari

Una Royal Navy più imponente: la richiesta del Parlamento UK

The Defence Committee of the House of Commons dichiara la necessità di una Royal Navy più imponente. La richiesta deriva dal fatto che garantire la sicurezza internazionale diventa sempre più difficile e allo stato attuale la Royal Navy è in difficoltà.

Una Royal Navy più imponente per affrontare i prossimi 10 anni

Secondo il rapporto le unità della Royal Navy risultano per troppo tempo impegnate, al punto tale che la flotta britannica si ritrova senza navi da impiegare in ulteriori operazioni. Altro problema cruciare è inerente all’approvvigionamento.

Per le navi militari si riscontrano ritardi nei programmi di rifornimento e ciò crea enormi ostacoli durante le missioni. Nel prossimo decennio la situazione non può che peggiorare secondo le attuali previsioni. Ricordando che la Royal Navy è da sempre un punto di riferimento a livello mondiale, problematiche di questo tipo risultano inaccettabili. 

Altre difficoltà per le unità militari britanniche: un budget limitato

Determinante per le pretese di una Royal Navy più imponente è anche un altro fattore: la mancata manutenzione. Anche le navi più recenti si ritrovano con programmi di manutenzione e riparazioni che procedono a rilento. Un esempio è dato dalle navi cacciamine Type 45 che nell’estate del 2021 erano tutte meno una impossibilitate a prendere il mare: tre navi in refit, una da riparare ed un’altra soffriva di problemi tecnici.

Questi problemi hanno radici in un limitato budget che non riesce a soddisfare le richieste di manutenzione. È chiara la conclusione che a lungo andare saranno sempre di più le navi ferme in porto, in attesa di riparazioni. Al contrario le forze straniere (potenzialmente ostili) potenziano le loro flotte, dunque la minaccia aumenta nel tempo.

Una Royal Navy più imponente per sopperire a dismissioni

Due navi della Royal Fleet Auxiliary, ovvero RFA Fort Victoria e RFA Argus dovranno lasciare la marina perché ormai superate. A queste si aggiunge la nave da ricognizione HMS Scott: le tre unità lasceranno la Royal Navy senza successori. Non ci sono infatti navi che possano colmare i vuoti lasciati dalle unità prima dette e questo sbilancia fortemente la Royal Navy nelle operazioni di assistenza e monitoraggio.

La marina britannica è sempre più alle dipendenze degli alleati ma è chiaro che non può andare avanti così. Negli anni sta lentamente perdendo la propria indipendenza questo perché, seppure il sostegno dai Paesi amici non manchi, la flotta palesa tutte le sue difficoltà quando agisce in stretta autonomia.

I primi passi per ottenere una Royal Navy più imponente

Per una Royal Navy più imponente, aggiornata e autonoma è necessario acquisire nuove unità il prima possibile. Riprendendo le parole di Tobias Ellwood (MP), Chair of the Defence Committee, il Regno Unito ha bisogno di un programma di modernizzazione e crescita.

Cruciale sarà la consegna entro il 2028 delle fregate Type 26, Type 31 e delle navi Fleet Solid Support che non deve assolutamente ritardare. Non sarà cosa facile perché problematiche progettuali vengono man mano fuori ma se avrà successo il Regno Unito otterrà contemporaneamente 3 nuove classi di navi.

Altra falla da riparare è la povertà di battelli. La Royal Navy ha poche navi di supporto e scorta, così come sottomarini. Per una Royal Navy più imponente è doveroso, secondo il rapporto, raddoppiare in numero queste unità. Il fine è quello di poter disporre di più unità per missioni ausiliari e secondarie così come potenziare le tattiche d’attacco sottomarino.

L’industria britannica sosterrà uno sforzo senza pari

One of Britain’s biggest warships was towed through the Channel to help the French test the power of a new specialist ship.

Il Comitato chiede uno sforzo senza pari all’industria cantieristica nazionale. L’industria navale diventa così una priorità assoluta da modernizzare e supportare con ogni mezzo. Ancora Tobias Ellwood ricorda:

“I prossimi dieci anni faranno da test per la nostra forza navale. Il Regno Unito si trova di fronte a un ambiente internazionale sempre più ostile e imprevedibile”.

“Nel complesso la nostra marina ha bisogno di più navi, equipaggiate con armi più potenti e tecnologie più aggiornate. Abbiamo i cantieri navali e il know-how per costruirle: il governo deve solo effettuare gli ordini e dimostrare all’industria navale britannica l’impegno e la fiducia di cui ha bisogno fino alla consegna”.

Christian Cione

Studente magistrale di Ingegneria Navale presso l'Università degli Studi di Napoli Federico II. Scrivo articoli inerenti allo scenario marittimo e cantieristico internazionale con maggiore attenzione verso tematiche ambientali e militari.

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