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Sensori sottomarini di ELWAVE: la biomimetica per il Green Deal

I sensori sottomarini di ELWAVE rivoluzioneranno il modo di fare ricerca subacquea. Ispirandosi ai pesci che vivono nelle acque tropicali, la società francese mette a punto un sistema che sfrutta la active electrolocation.

I sensori sottomarini di ELWAVE sono un esempio di biomimetica

Per biomimetica (dal greco “bios” ovvero “vita” e “mimesis” che sta per “imitazione”) si intende la disciplina che prende spunto dalla natura. Tutti gli esseri viventi hanno subito mutazioni nel tempo per meglio adattarsi all’ambiente. Risultati di questa serie di evoluzioni sono le specie che attualmente popolano la Terra, “ottimizzate” dalla selezione naturale.

Ispirarsi alla natura vuol dire quindi ispirarsi a “sistemi” già perfezionati e che sanno efficacemente rispondere ad un insieme di problematiche. ELWAVE svolge un’importante ricerca presso il laboratorio di bio-robotica dell’Institut Mines Telecom (IMT) Atlantique di Nantes, sviluppando i suoi sensori sottomarini.

L’azienda svolge le sue attività di ricerca, sviluppo e qualificazione nei suoi nuovi locali high-tech. A disposizione sono le vasche di prova nelle quali si effettuano i test ricreando condizioni operative reali. Le vasche sono riempite con acqua salata e una di esse ha un letto di 50 cm di sabbia per poter simulare e ricreare, quanto più accuratamente possibile, fondali marini e scenari con oggetti sepolti.

I pesci tropicali sono fonte d’ispirazione per i sensori sottomarini di ELWAVE

La tecnologia di ELWAVE, alla base del funzionamento dei sensori sottomarini, si chiama “BLUESENSE”. L’ispirazione giunge da alcuni pesci che popolano le acque tropicali. Tali animali nuotano in acque molto fangose che limitano enormemente la visibilità e l’acustica. Per superare i limiti imposti dall’ambiente in cui vivono, i pesci hanno sviluppato dei sensori elettrici che sfruttano come rilevatori.

Il metodo percettivo è ripreso con BLUESENSE attraverso la tecnologia electric sense della quale ELWAVE è l’unica sviluppatrice al mondo. I sensori sottomarini di ELWAVE aiuteranno le industrie e gli enti che impiegano veicoli unmanned, migliorandone largamente le prestazioni.

ROV e AUV con capacità di rilevamento senza pari!

I sensori sottomarini di ELWAVE che sfruttano la tecnologia BLUESENSE miglioreranno la rilevazione dei droni sottomarini, sia a controllo remoto (ROV) che autonomi (AUV).

I droni possono rilevare, localizzare e mappare l’ambiente in tempo reale a 360° ma ora con una marcia in più. L’approccio biomimetico farà sì che i veicoli riescano a valutare le condizioni ambientali con una maggiore autonomia. Aumentare l’autonomia di un drone vuol dire nella pratica migliorarne la gestione e soprattutto ottenere prestazioni superiori.

Un aiuto enorme per il campo Offshore

L’installazione dei sensori sottomarini BLUESENSE permetterà a ROV e AUV di reagire in maniera più efficiente e articolata. I droni potranno infatti cambiare autonomamente i loro obiettivi durante una missione, sulla base di una percezione istantanea e affidabile dell’ambiente.

Da sottolineare sono i vantaggi che i sensori sottomarini di ELWAVE porteranno nel settore Offshore. La società si impegna con il progetto ESENSE a commercializzare soluzioni per operazioni IMR, ovvero di ispezione, manutenzione e riparazione nei confronti di infrastrutture eoliche offshore. Molto presto diventeranno quindi indispensabili i ROV intelligenti che faranno da “occhio subacqueo” nei parchi eolici.

I sensori sottomarini di ELWAVE per raggiungere il Green Deal

Il Green Deal ha come obiettivo quello di raggiungere quota 100 GW prodotti da soli parchi eolici offshore entro il 2030. I sensori sottomarini di ELWAVE miglioreranno le prestazioni dei droni e questo darà un impulso certamente positivo verso il traguardo prima detto. Una flotta di droni intelligenti, difatti, porterà ad una riduzione dei costi operativi stimato intorno ai 500 milioni di euro!

ELWAVE si sta attualmente preparando per i test che vedranno i sensori sottomarini installati su droni impiegati in operazioni offshore. Le prime operazioni sono previste entro il 2022 in collaborazione con i leader mondiali nelle rilevazioni in questo settore e gli operatori dei parchi eolici offshore. L’obiettivo dei test sarà verificare l’effettivo vantaggio durante le fasi di ispezione per strutture e cavi sottomarini.

Christian Cione

Studente magistrale di Ingegneria Navale presso l'Università degli Studi di Napoli Federico II. Scrivo articoli inerenti allo scenario marittimo e cantieristico internazionale con maggiore attenzione verso tematiche ambientali e militari.

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