Eemslift Hendrika: storia di un recupero in alto mare
Tra il 4 e il 5 aprile, nel mare del Nord, la nave trasporta yacht MV Eemslift Hendrika è stata abbandonata dal suo equipaggio. Gli armatori hanno subito chiamato una azienda di recupero. Analizzeremo il modo in cui è stata recuperata la nave e il suo carico.
Antefatto e abbandono della Eemslift Hendrika
La Eemslift Hendrika è una nave da trasporto polivalente o traghetto polivalente. Come già detto, viene utilizzato per trasportare imbarcazioni di minor dimensione, ma ha anche la possibilità di trasportare del cargo. Il viaggio è partito il giorno 4 di aprile alla volta della Norvegia, più precisamente Kolvereid. Il giorno successivo, nel mare del Nord, ha cominciato a svilupparsi una tempesta. Questa tempesta ha portato il carico a sbilanciarsi e la nave a sbandare.
All’inizio, i primi otto membri dell’equipaggio vengono evacuati via elicottero. Alle 4 del mattino del giorno 6 aprile, anche gli ultimi quattro membri dell’equipaggio sono costretti ad evacuare la nave, buttandosi in mare, e prontamente recuperati da un elicottero della guardia costiera norvegese. Questo perché la nave, secondo quanto riportato, stava sbandando di 30°. Gli uomini dell’equipaggio sono tutti salvi, ma secondo le dichiarazioni uno dei membri dell’equipaggio è stato portato in ospedale.
Un recupero necessario
Il recupero è stato deciso dagli armatori e dalla guardia costiera norvegese subito dopo l’abbandono della nave. Questo si è rivelato necessario per due motivi fondamentali. Il primo motivo è il fatto che la nave si teneva ancora a galla. Di conseguenza, chiunque avrebbe raggiunto la nave se ne sarebbe potuto impossessare. Attraverso il contratto di salvataggio, è questo a far fede. Dunque, salvando la nave non si incorre nel rischio che qualcun altro ottenga il salvataggio.
Il secondo motivo è intimamente connesso al primo. Infatti, la Eemslift Hendrika trasportava 350 t di nafta pesante e 50 t di diesel. La nave correva un alto rischio di sversare questi inquinanti in mare. Inoltre, essendo completamente alla mercé del mare, era a rischio di collisione con la terraferma. Questa eventualità rappresentava il caso peggiore per la guardia costiera norvegese perché avrebbe significato un quasi certo sversamento di inquinanti in mare e un’alta difficoltà di recupero
Il recupero della Eemslift Hendrika
All’inizio, si pensava che il movimento della nave avrebbe dato del tempo per provare a salvare la nave. La guardia costiera norvegese non pensava di tentare il recupero prima di giovedì. Questo non si sarebbe reso necessario per qualche giorno perché si pensava che il relitto sarebbe andato alla deriva in una direzione parallela alla costa. Di conseguenza, avrebbe dato più tempo per lasciare che le condizioni meteorologiche migliorassero. Il mercoledì, le condizioni sono cambiate. La rotta seguita dalla deriva della Eemslift Hendrika si è modificata e avrebbe rischiato di arenarsi sulla costa della Norvegia particolarmente infido, la penisola di Stad.
Per trainare la nave, sono stati aviotrasportati quattro marinai addetti al recupero e un guardacoste. Questi marinai aviotrasportati a bordo della Eemslift Hendrika servivano per avere qualcuno in grado di maneggiare la cima di traino dai rimorchiatori. Infatti, la nave è stata collegata a due rimorchiatori: uno a prua e uno a poppa. Questo per avere maggior capacità di traino. Non si deve dimenticare che il traino di una nave in acque burrascose non è mai una buona idea, come testimoniano le varie navi perse durante il traino. In realtà, in questo caso, la guardia costiera era pronta per l’avvenimento peggiore possibile. C’era una nave della guardia costiera pronta per supporto o come possibile rimorchiatore.
Recupero delle imbarcazioni trasportate
Come si vede dalle immagini, una delle navi trasportate dalla Eemslift Hendrika si è staccata dagli ancoraggi ed è stata sbalzata in mare. Questa nave è la AQS Tor, nave per il supporto alle itticolture. Visto il valore della nave, più di 6 milioni di euro, gli armatori e gli assicuratori si sono attivati subito per tentare di salvarla.
La prima cosa da fare è stata localizzarla e controllare lo stato della nave. Una volta che la guardia costiera ha localizzato la nave, e trovandola ancora sopra alle onde, hanno attivato il salvataggio. Anche qui, una volta arrivate le navi di supporto, le condizioni meteorologiche della zona hanno bloccato il recupero per del tempo. Una volta migliorato il tempo, sono riusciti a portarla in porto. Lì è stata fatta una scoperta molto positiva: a parte qualche ammaccatura e graffio, la nave era in condizioni ottime.