Il traffico internazionale di droga via mare in Europa
Il traffico internazionale di droga via mare è un fatto che merita molta attenzione. Quantità enormi di stupefacenti viaggiano attraverso oceani e acque territoriali, arrivando in molti paesi dell’Unione Europea tra cui anche l’Italia.
Il traffico internazionale di droga via mare non ha frontiere
Chi gestisce il traffico internazionale di droga via mare sfrutta enormi navi per nascondere merce illegale o imbarcazioni veloci per rapidi spostamenti. Le forze di polizia europee collaborano sinergicamente per bloccare l’entrata di stupefacenti nei territori nazionali. Un esempio di tale collaborazione lo da quello che dal 2013 coordina le operazioni spagnole e italiane col supporto francese. La sinergia con la sola Spagna nasce però già nel maggio del 1994. Un ottimo risultato è l’operazione Perita: il battello Mungo con bandiera tanzaniana viene bloccata su una rotta verso l’Italia con 500 kg di cocaina a bordo. Nel 2014 l’operazione Ki-Cain smantella un laboratorio per la raffinazione di cocaina in Spagna; nello stesso anno sono sequestrati 680 kg di cocaina in Italia durante l’operazione Scugnizza.
Si scopre che i trafficanti di hashish sono i più attivi nel traffico internazionale di droga via mare. Le guerre e la presenza di gruppi armati sul territorio magrebino scoraggia il trasporto su gomma. Enormi carichi vengono imbarcati su pescherecci moldavi, egiziani, sierraleonesi o di altri paesi africani, diretti in Egitto e Libia. I porti africani egiziani e libici sono le basi di stoccaggio per l’hashish: da qui partono le navi per l’Europa.
Per quanto riguarda la cocaina, uno dei più importanti sequestri avviene lungo le coste galiziane con l’operazione Albatros. Forse era diretto in Portogallo il carico di 3,5 tonnellate bloccato in un porto spagnolo. Le basi ideali per lo stoccaggio e la distribuzione di cocaina restano tuttavia nei Balcani. Le indagini hanno riportato la presenza di cellule criminali straniere operative nei porti di Venezia, Genova, Livorno e La Spezia.
Il porto di Rotterdam è il preferito dei narcotrafficanti
Si è visto che tra tutti i porti europei, quello di Rotterdam è il più frequentato dai narcos. Il porto di Anversa è al secondo posto: qui nel 2016 sono stati sequestrati gran parte dei 70’883 kg di cocaina giunti in Europa! La relazione dell’EMCDDA del 2015 porta alla luce che sui 69’427 kg oltre 21’621 kg venivano dalla Spagna, 17’487 kg dal Belgio, 10’869 kg dalla Francia e 6’029 dal Portogallo.
In Italia la situazione è preoccupante
Nel 2017 le forze di polizia italiane hanno sequestrato oltre 90 tonnellate di marijuana, un vero e proprio record assoluto. Le operazioni volte a contrastare il traffico internazionale di droga via mare si concentrano particolarmente lungo le linee di frontiera. In Italia grande attenzione viene posta sulle coste pugliesi. Molte operazioni antidroga hanno avuto luogo nei porti di Bari, Brindisi, Lecce e Foggia. La criminalità organizzata operativa sul suolo pugliese è in contatto con i trafficanti dell’Est, molti dei quali presenti nel nostro territorio. La Puglia è la prima regione italiana per quantità di marijuana e piante di cannabis sequestrate: quasi 40’000 kg di droga e 12’002 piante strappate ai narcotrafficanti!
Le forze di polizia hanno scoperto che nei primi cinque mesi del 2018, il trasporto di enormi carichi di stupefacenti avveniva proprio su navi e gommoni. La DCSA pubblicò alcuni dati davvero impressionanti sul mercato della marijuana: al primo posto troviamo Brindisi con circa 1,4 tonnellate sequestrate, seguita da Lecce con 2 tonnellate, infine Bari e Foggia, con 250 e 150 chilogrammi.
Il contrasto al traffico internazionale di droga via mare in Italia
All’inizio degli anni Novanta nasce la Direzione Centrale del DCSA (Direzione Centrale per i Servizi Antidroga), sostituendo in tutto e per tutto il Servizio Centrale Antidroga. Le stesse funzioni erano molto prima svolte dall’Ufficio Centrale di Direzione e Coordinamento dell’attività di Polizia per la Prevenzione e Repressione del Traffico Illecito delle Sostanze Stupefacenti, noto anche più semplicemente come Ufficio Stupefacenti. Quest’ultimo nacque nel 1976 con lo scopo di dirigere e coordinare le attività antidroga, composto anche da funzionari e ufficiali della soppressa Direzione Generale della Pubblica Sicurezza e da ufficiali dell’Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza. Sul website ufficiale possiamo leggere che
“Ad oltre 40 anni di distanza dalla sua costituzione, la DCSA. rappresenta una delle più longeve e riuscite esperienze interforze in seno alle Forze di Polizia nazionali.“
Se i mezzi dei criminali del mare diventano sempre più sofisticati, fortunatamente tutto l’ingegno italiano serve la lotta antidroga con tecnologie all’avanguardia e nuove imbarcazioni sempre più veloci.
La miniserie di Fiorello sul traffico di stupefacenti via mare
Il 9 novembre 2020 parte la miniserie in prima serata su Rai1 intitolata “Gli orologi del diavolo”. Picomedia con Rai Fiction produce la serie sotto la regia di Alessandro Angelini. La trama è ispirata al libro pubblicato da Rizzoli sulla testimonianza dell’autore Gianfranco Franciosi e raccolta dal giornalista Federico Ruffo, anch’egli riportato come autore.
Beppe Fiorello interpreta il protagonista Marco Merani, costruttore di barche nonché uomo onesto e di principi. La passione per il mare e l’abilità nella realizzazione di motoscafi lo avvicineranno ai narcotrafficanti. La collaborazione con la polizia e l’arresto dei narcos sembra l’unica via d’uscita. La lotta al traffico internazionale di droga via mare non è però semplice e la sua vita sarà completamente stravolta.
Se non hai visto le prime puntate de “Gli orologi del diavolo” puoi recuperarle su Raiplay