Cold Response 2022: la NATO e la lotta tra i ghiacci
Cold Response 2022 è il nome dell’esercitazione ancora in atto a cui partecipano le forze armate dei Paesi membri della NATO. Le forze britanniche hanno dimostrato le loro capacità durante l’ultima simulazione e meritano di essere protagoniste di questo nostro articolo. L’uso congiunto di sottomarini e forze speciali è stato un successo!
Cos’è la Cold Response 2022?
La Cold Response 2022 è l’esercitazione attraverso cui la NATO valuta le proprie capacità di combattimento nell’Artico. Non è la prima volta che avviene, difatti l’esercitazione si tiene ogni due anni ed ha lo scopo di migliorare la difesa degli alleati. La Norvegia, in particolare, è tra le nazioni NATO maggiormente esposta alle odierne minacce.
La Cold Response 2022 ha il primato di essere la più grande esercitazione mai condotta negli ultimi 30 anni. Partecipano 27 nazioni ed ha coinvolto 30.000 militari tra cui anche olandesi, francesi, statunitensi ed italiani. L’asprezza dell’ambiente Artico mette in difficoltà molte marine militari e difatti pochissime nazioni sono in grado di operare in tali condizioni. Quella del Regno Unito è tra le pochissime forze militari capaci di dare il meglio in tali regioni ed è merito di un addestramento ad hoc che la RN conduce da oltre 50 anni.
Brigadier Rich Cantrill, responsabile delle UK’s commando forces ha dichiarato che la Cold Response 2022 è un’opportunità ineguagliabile. Attraverso l’esercitazione, le forze della NATO possono collaborare per testare le proprie capacità militari per terra, mare e aria:
“Cold Response 22 offre una straordinaria opportunità per imparare a lavorare congiuntamente in un ambiente davvero difficile. Quando sei nell’estremo nord, in mare o a terra, è vero che devi affrontare prima l’ambiente e solo dopo pensare all’avversario. Non esistono condizioni più realistiche e ardue di quelle che è possibile trovare quassù”.
Il raid dal sottomarino classe Astute durante la Cold Response 2022
La Royal Navy sfrutta la Cold Responde 2022 per testare un raid molto particolare. L’obiettivo era testare l’azione congiunta dei Royal Marines e del Submarine Service in uno scenario realistico. Altre forze militari hanno partecipato rivestendo il ruolo del “nemico”. I militari britannici dovevano svolgere una missione di ricognizione e sorveglianza evitando gli avversari intenti ad intercettarli.
L’operazione è avvenuta a Lyngenfjord, Norvegia. Il corpo della Royal Navy Surveillance and Reconnaissance Squadron (SRS), ha sfruttato un sottomarino classe Astute per non essere avvistato. Nei pressi dell’obiettivo, più squadre di piccole dimensioni sono uscite dal battello per raggiungere la costa: la tattica ha riscosso grande successo!
I militari del Surveillance and Reconnaissance Squadron sono addestrati per raccogliere informazioni sul luogo e le attività nemiche. Sono fondamentali in quanto solo grazie al loro operato gli altri corpi possono intervenire conoscendo ad esempio i punti migliori per l’atterraggio di elicotteri e spiagge su cui far sbarcare le forze anfibie.
Sfruttare i sottomarini consente alla marina militare britannica di spostarsi senza essere vista verso qualsiasi costa del mondo. La combinazione con lo squadrone SRS permette così di ottenere rapidamente informazioni sul nemico con altissima probabilità di non essere intercettati. È chiaro che tale tattica può davvero essere letale in quanto fornisce la base per operazioni militari di natura più impetuosa e decisiva.
Perché l’uso del sottomarino è così importante?
Il sottomarino permette di avvicinarsi senza essere visti. L’operazione condotta a Lyngenfjord dalla Royal Navy e la Kongelige Norske Sjøforsvaret ha dimostrato che è possibile sfruttare le capacità stealth dei sottomarini per accedere a luoghi di rilevanza strategica con piccole squadre di specialisti. Quest’ultime hanno un potenziale indiscutibile poiché possono condurre incursioni, distruggere strutture e preparare il terreno per l’arrivo di unità convenzionali.
Un esempio è l’operazione che ha visto impegnati i Commando della HMS Albion sull’isola di Senja. La task force anfibia ha fatto irruzione nel forte di Skrolsvik sabotando il supporto aereo del nemico. Fatto questo, sempre la squadra di specialisti ha poi messo in sicurezza l’area permettendo l’accesso alle forze alleate.