Tartarughe, si tratta di una specie da salvare | L’inquinamento le sta uccidendo inesorabilmente: troppa plastica nei mari

Una specie delicata (pixabay.com)
Una piccola vittoria per il mare, simbolo di speranza e responsabilità, ci invita a riflettere sul nostro legame con l’ambiente.
Un gesto di cura, apparentemente semplice, nasconde in realtà un legame profondo: chi salva un essere marino salva anche un frammento del nostro futuro.
È un invito a guardare con occhi nuovi, a riconoscere che ogni creatura ha valore e che un piccolo atto di compassione può segnare una nuova rotta per un destino collettivo.
Il salvataggio delle tartarughe non deve essere visto come un episodio isolato, ma piuttosto come un forte richiamo all’azione.
Ogni gesto di responsabilità contribuisce a invertire una tendenza pericolosa per la sopravvivenza delle specie marine. E questa storia ce lo insegna.
Una specie da salvare
Come riportato da Il Giornale di Sicilia, la tartaruga Caretta caretta “Nina” è stata liberata nelle acque delle Eolie la domenica di Pasqua, dopo essere stata salvata dal team del Filicudi Wildlife Conservation e dal Pronto Soccorso Tartarughe Marine. I biologi marini, guidati da Monica Blasi, avevano individuato Nina in difficoltà al largo di Filicudi, dove aveva ingerito frammenti di plastica che minacciavano la sua vita.
La liberazione è avvenuta in un tratto di mare di fronte a Lipari, dove la tartaruga, monitorata fin dal recupero, ha potuto riacquistare forza e mobilità grazie alle cure ricevute presso il nuovo centro di soccorso, il cui inaugurazione è imminente in via Roma. «Finalmente è libera», ha dichiarato con soddisfazione la biologa Blasi, sottolineando l’importanza di avere strutture dedicate per la salvaguardia delle specie vulnerabili. Nello specifico, ogni anno, centinaia di esemplari di Caretta caretta diventano vittime di reti abbandonate, sacchetti e microplastiche che ostruiscono il loro sistema digestivo.

Una struttura ad hoc
La nuova struttura di Filicudi, voluta dal team di Blasi e sostenuta dalle autorità locali, rappresenta un passo significativo nella rete di intervento per le tartarughe marine. Riporta il Giornale che questa è dotata di vasche di degenza e strumenti di monitoraggio, e sarà in grado di ospitare e curare numerosi esemplari in difficoltà, diminuendo i tempi di trasferimento e aumentando le chance di sopravvivenza. Questo approccio integrato è già stato riconosciuto come una best practice in altre regioni costiere.
Tuttavia, la vera sfida secondo il Giornale è sulla prevenzione: ridurre i rifiuti in mare significa evitare che altri esemplari come “Nina” possano soffocare a causa della plastica. Le campagne di pulizia delle spiagge, l’implementazione di efficaci sistemi di raccolta differenziata e una crescente consapevolezza collettiva si rivelano strumenti fondamentali per salvaguardare l’ecosistema marino. È essenziale sensibilizzare residenti e visitatori delle Eolie riguardo a buone pratiche – come limitare l’uso di plastica monouso e rispettare le aree di nidificazione.