Questa specie di pesci non vuole sentire ragioni | Ha deciso che vuole stare da sola: non accetta la compagnia di nessuno

Pesci nell'oceano

Pesci solitari nell'oceano (NICHD foto) - www.marinecue.it

Esiste una specie marina completamente solitaria ed isolata. Non esiste possibilità di contatto con i loro simili

Più della metà delle specie di vertebrati conosciuti dalla biologia presenti sul Pianeta Terra risultano essere pesci. Pensate che sono più  di 34.000 le specie note, considerando soltanto quelle di cui si ha certezza.

Il numero di specie che popolano le acque globali è destinato a salire con il passare di ogni stagione, perché l’accurato lavoro dei biologi marini permette di rinvenire l’esistenza di specie del tutto nuove.

I pesci che abitano le profondità salate risultano essere circa 17.000, contrapposti a quelli che abitano le acque dolci, che si stima siano compresi tra le 15.000 e le 16.000 unità.

E resta ancora da comprendere quali misteri potrebbero nascondere le zone risultanti ancora poco esplorate del globo, come le aree più estreme e profonde delle masse d’acqua presenti sul nostro Pianeta.

Un vivente marino dai connotati unici

C’è un piccolo pesce verso il quale si sono concentrate numerose ricerche e approfondimenti da parte dei biologi marini, per via della scelta evolutiva compiuta da questa specie: limitare, sino a ridurre al minimo, l’interazione con i propri simili. Il pesce protagonista di questo insolito comportamento è l’Astyanax mexicanus, la cui specie può essere divisa in due categorie ben distinte per caratteristiche e abitudini: c’è una fetta della popolazione che abita i fiumi, predilige le aree in superficie e possiede occhi funzionanti nel pieno delle loro possibilità, ma ne è stata individuata anche un’altra, detta di “caverna e cieca“, che risulta essere pallida e asociale, avendo perso addirittura la propria vista ed avendo prediletto il trascorrimento della vita all’interno di ambienti completamente all’oscuro dalla luce, come grotte site nelle profondità marine.

La particolarità spiccata di quest’ultima tipologia di Astyanax è proprio la regressione dell’occhio, strettamente correlata all’abitudine di vita intrapresa. Gli scienziati hanno esaminato come nel corso delle fasi primordiali dello sviluppo embrionale, la formazione dell’occhio avvenga in modo del tutto normale, sino a subire una progressiva degenerazione, che porta gli stessi ad essere ricoperti da pelle, causando la perdita della vista. In questo modo, il pesce riesce a risparmiare energia da impiegare per la ricerca di cibo all’interno dell’ambiente.

Astyanax Mexicanus
Astyanax Mexicanus (Subterranean Fishes of the World foto) – www.marinecue.it

Le sostanziali differente tra le due categorie

Esistono, ovviamente, chiare differenze anche per quanto concerne il comportamento delle due specie prese in esame. Infatti, i pesci di superficie sono soliti girare in banchi, al fine di proteggersi dagli attacchi usualmente sferrati dai predatori, mentre quelli di caverna tendono a sviluppare un’indole ancor più solitaria, vista l’assenza di nemici naturali nelle oscure grotte sottomarine. Gli stimoli sociali non sortiscono un grosso effetto sugli Astyanax di caverna, vista anche la differenza rispetto ai “gemelli di superficie” nella produzione di neurotrasmettitori quali serotonina o dopamina, che influenzano direttamente il comportamento.

Gli esperti hanno registrato anche una maggiorata sensibilità sviluppata da parte delle popolazioni del sottosuolo nei confronti dei cambiamenti di pressione e di vibrazione dell’acqua. Il metabolismo, molto più lento rispetto all’altra fetta della specie, consente loro di risparmiare energia, riuscendo a resistere anche per periodi prolungati senza aver bisogno di cibo, che in un simile ambiente non risulta essere di certo semplice da rinvenire. Un vero e proprio modello di studio sotto il punto di vista genetico ed evolutivo, per via della sua capacità di adattamento in un ambiente tanto estremo. Lo riporta La Stampa.