In Giappone, adagiata sui fondali, hanno trovato l’impensabile | “Questa Piramide è antichissima: gli Egizi ce l’hanno copiata”

Esplorare fondale

Esplorare fondale (Depositphotos foto) - www.marinecue.it

Una Piramide antichissima è stata rinvenuta sui fondali di un mare in Giappone. È più antica di quelle egizie.

Gli oceani coprono oltre il 70% della superficie terrestre, ma gran parte del loro mistero resta ancora inesplorato. Negli ultimi decenni, però, grazie ai progressi tecnologici e scientifici, l’uomo ha cominciato a penetrare gli abissi marini, portando alla luce un universo straordinario fatto di forme di vita sconosciute, paesaggi sottomarini spettacolari e tracce delle origini del nostro pianeta.

Esplorare i fondali non significa solo soddisfare la curiosità scientifica: significa anche comprendere meglio il funzionamento del clima terrestre, individuare nuove fonti di energia, proteggere la biodiversità marina e, in alcuni casi, scoprire resti di civiltà antiche.

Recentemente, robot sottomarini come il “Nautilus”, impiegato anche nel Mediterraneo, hanno permesso di mappare rilievi sottomarini, identificare vulcani attivi, scoprire sorgenti idrotermali e osservare ecosistemi estremi dove la vita si sviluppa senza luce e in condizioni estreme.

In luoghi inaccessibili all’uomo, questi strumenti hanno rilevato organismi mai visti prima, capaci di sopravvivere in profondità a pressioni elevate e in totale assenza di ossigeno. Le ricerche nei fondali oceanici offrono inoltre importanti indizi sull’evoluzione della Terra e sul ruolo fondamentale che gli oceani hanno nel regolare la temperatura del pianeta.

Le scoperte fatte

Le scoperte fatte negli abissi ci ricordano quanto il nostro mondo sia ancora pieno di meraviglie da svelare e quanto sia urgente proteggerlo. Oltre agli aspetti scientifici e biologici, le esplorazioni sottomarine hanno anche un enorme valore culturale e storico. I fondali degli oceani custodiscono i resti di navi antiche, città sommerse e testimonianze di epoche lontane.

Attraverso la scoperta di relitti e manufatti conservati per secoli sotto il mare, gli archeologi marini riescono a ricostruire rotte commerciali, stili di vita e contatti tra civiltà. Ogni nuova scoperta non solo arricchisce la nostra conoscenza del passato, ma rafforza l’importanza della tutela del patrimonio sommerso, affinché possa continuare a raccontare storie dimenticate.

Esploare resti
Esploare resti (Depositphotos foto) – www.marinecue.it

Una vera piramide sott’acqua

Al largo delle isole Ryukyu, nel sud del Giappone, si trova il Monumento di Yonaguni, una misteriosa struttura subacquea scoperta nel 1987. Questa formazione di enormi gradoni di pietra, che ricordano una piramide, ha suscitato diverse teorie. Alcuni esperti, come il geologo Masaaki Kimura, suggeriscono che si tratti dei resti di un’antica civiltà sommersa, forse la mitica Lemuria, mentre altri, come il geologo Robert Schoch, ritengono che la conformazione sia il risultato di fratture naturali dovute a processi tettonici e terremoti.

La questione rimane dibattuta. Se la struttura fosse davvero un’opera umana, dovrebbe risalire a circa 12.000 anni fa, ben prima della nascita delle prime civiltà conosciute. Questo avrebbe implicazioni enormi sulla storia dell’umanità, ma la mancanza di prove concrete rende difficile accettare tale ipotesi.