Guerra in mare senza precedenti | Mentre la Cina sfida Trump, Apple lo sta raggirando

Perché i nuovi dazi hanno scatenato una guerra commerciale?

Guerra dei dazi (Canva) - marinecue.it

Per reagire ai dazi emanati degli Usa, la maggior parte dei Paesi (e delle aziende), sta trovando soluzioni etiche, ma geniali.

Negli ultimi anni, i consumatori hanno assistito a un incremento generale dei prezzi, influenzato da diversi fattori economici e geopolitici. Per cui, secondo le stime preliminari dell’ISTAT, a marzo 2025 l’inflazione è salita al 2,0%, in aumento rispetto all’1,6% di febbraio. E uno dei principali fattori che contribuiscono all’aumento dei prezzi è l’incremento dei costi energetici.

Le tensioni geopolitiche, in alcune regioni strategiche, non a caso hanno portato a un rialzo dei prezzi all’ingrosso, dell’energia elettrica, influenzando direttamente le bollette dei consumatori. Come anche il settore alimentare, il quale ha subito aumenti significativi.

L’inflazione, nello specifico, può derivare anche da un aumento dell’offerta di moneta, senza che ci sia però un corrispondente incremento della produzione. Scenario stimolante la domanda di beni e servizi, facendo salire i prezzi. Con le politiche monetarie delle banche centrali, che giocano un ruolo cruciale nel controllare l’offerta di moneta; influenzando, e di conseguenza, il livello dei prezzi

In sintesi, l’aumento dei costi è il risultato di una combinazione di fattori, fra cui appunto l’andamento di quelli energetici; le dinamiche del mercato alimentare; e le politiche monetarie. Essendo essenziale, per i consumatori, rimanere informati su queste variabili, così da comprendere le ragioni dietro le variazioni dei prezzi; adottando strategie di spesa più consapevoli.

Il calo delle spedizioni dalla Cina

L’escalation della guerra dei dazi fra Cina e Stati Uniti, ha avuto un impatto pesante sul volume delle spedizioni dirette, verso il mercato statunitense. E a causa dei dazi del 104% su tutte le merci cinesi importate negli Stati Uniti, molte aziende stanno quindi riducendo i loro acquisti. Tanto che, la risposta della Cina è stata l’introduzione di controtariffe sui prodotti statunitensi, complicando ulteriormente le relazioni commerciali. Facendo diminuire le spedizioni dalla Cina, e portando le multinazionali statunitensi a cercar soluzioni alternative, per evitare appunto i dazi.

Nel 2024, la Cina ha esportato merci per un valore di 439 miliardi di dollari, verso gli Stati Uniti, confermandosi il principale esportatore mondiale. Tuttavia, le esportazioni statunitensi verso la Cina son invece significativamente inferiori, fermandosi a 144 miliardi di dollari. Squilibrio commerciale il quale sta difatti creando frizioni, fra i due Paesi, con gli Stati Uniti che cercano di ridurre la loro dipendenza dalle esportazioni cinesi; sebbene a costo di aumentare le tariffe.

La trovata di Apple, per reagire ai dazi
Apple reagisce ai dazi (Pixabay) – marinecue.it

Apple aggira i dazi con gli aerei

Nel tentativo di evitare l’impatto dei dazi, dal canto suo, Apple ha scelto una soluzione drastica. Per cui l’azienda ha inviato cinque aerei pieni di iPhone dalla Cina e dall’India, agli Stati Uniti, in soli tre giorni, cercando di eludere il pagamento immediato delle tariffe. Movimento strategico che ha difatti permesso a Apple di mantenere il prezzo degli iPhone, competitivo, evitando gli aumenti che avrebbero avuto luogo con i nuovi dazi.

Guerra commerciale che sta avendo delle ripercussioni dirette proprio sui consumatori, i quali potrebbero appunto veder aumentare i prezzi di molti prodotti. Così che, il costo di un iPhone, per esempio, potrebbe arrivare persino a 3.500 dollari (con l’applicazione completa dei nuovi dazi). Perciò, le soluzioni adottate da multinazionali come Apple, offrono pertanto, solo una parziale risposta al problema.