Le barriere coralline non moriranno più | Trovatro il metodo giusto: è solo questione di tempo per le nuove nascite

Barriera corallina con pesci

Barriera corallina con pesci (Pixabay Foto) - www.marinecue.it

Uno studio dimostra l’efficacia del ripristino artificiale: barriere coralline “attaccano” e crescono rapidamente su substrati stabilizzati.

Le barriere coralline, ecosistemi marini di vitale importanza per la biodiversità e la protezione delle coste, sono sempre più minacciate dai cambiamenti climatici, dall’innalzamento delle temperature oceaniche, dall’acidificazione e da pratiche di pesca distruttive.

Una nuova speranza giunge da uno studio pubblicato su “Current Biology”, che dimostra come le barriere coralline ripristinate artificialmente siano in grado di “attaccare” e crescere a una velocità sorprendente. La chiave di questo successo sembra risiedere in una tecnica innovativa di messa in sicurezza dei detriti e di innesto di nuovi coralli.

La ricerca, condotta su una barriera corallina in Indonesia gravemente danneggiata trent’anni fa da tecniche di pesca con esplosivi, ha mostrato risultati che vanno oltre le più ottimistiche previsioni. Stabilizzando il substrato instabile con reti di ferro e innestando nuovi coralli, si è osservato un incremento esponenziale della crescita corallina in soli quattro anni, con il budget di carbonio della barriera che è triplicato, raggiungendo i livelli di reef in buona salute.

Sebbene i coralli utilizzati per la rigenerazione abbiano una forma ramificata diversa da quella originaria, i risultati aprono nuove prospettive per la salvezza delle barriere coralline in tempi relativamente brevi. Una barriera viva e in crescita, pur con una diversa “architettura”, rappresenta comunque un’alternativa preferibile a un ambiente marino desolato e privo di vita.

Il successo del ripristino in Indonesia: stabilizzare per far rinascere

Lo studio condotto in Indonesia si è concentrato su una barriera corallina devastata da pratiche di pesca distruttive che avevano lasciato un paesaggio sottomarino instabile, fatto di frammenti di sabbia e coralli morti. Questa instabilità impediva alle larve di corallo di attecchire e crescere, ostacolando la naturale rigenerazione dell’ambiente.

La tecnica utilizzata dai ricercatori ha previsto una fase cruciale di messa in sicurezza dei campi di detriti attraverso l’impiego di reti di ferro. Queste strutture hanno bloccato il substrato, creando una base stabile su cui poter innestare i nuovi coralli. I coralli utilizzati per il ripristino erano prevalentemente di forma ramificata, una tipologia comune e a crescita rapida.

Barriera corallina con pesci nascosti
Barriera corallina (PIXABAY FOTO) – www.marinecue.it

Crescita triplicata: una speranza concreta per il futuro

Il risultato più sorprendente dell’esperimento è stata la velocità e l’entità della crescita corallina. Nel giro di soli quattro anni, il budget di carbonio della barriera (la differenza tra la produzione di nuovi coralli e il consumo da parte di organismi come pesci e ricci di mare) è triplicato, raggiungendo livelli paragonabili a quelli di barriere coralline sane. Questo indica una ripresa significativa della produttività e della vitalità dell’ecosistema.

Tuttavia, gli autori dello studio sottolineano un aspetto importante da considerare: i coralli utilizzati per la rigenerazione presentavano una forma ramificata, che potrebbe differire dalla composizione originaria della barriera. Resta da capire come questo cambiamento “architettonico” influenzerà la struttura complessiva dell’ecosistema e come le specie locali reagiranno a questa nuova conformazione del reef.