Allerta meduse: queste stanno invadendo il mare della Sardegna | Bisogna stare in guardia: sono pericolosissime

Medusa (Pixabay Foto) - www.marinecue.it
Monitoraggio ARPAS in Sardegna: avvistate 10 specie di meduse, la maggior parte innocue o poco urticanti, ma attenzione.
L’avvicinarsi dell’estate porta con sé, purtroppo, anche il potenziale aumento degli incontri con le meduse nel nostro mare. Un recente report dell’ARPAS (Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente della Sardegna) ha fatto luce sulla presenza e la pericolosità delle diverse specie che popolano le acque dell’isola, a seguito di un monitoraggio che ha contato ben 361 avvistamenti e identificato 10 specie differenti.
Se il termine “medusa” evoca spesso timore per le sue cellule urticanti (cnidociti) presenti sui tentacoli, è importante sottolineare che solo una delle specie avvistate in Sardegna è classificata come “molto urticante”. La maggior parte delle altre si è rivelata innocua o con effetti trascurabili per l’uomo.
L’area con il maggior numero di avvistamenti è stata la Sardegna settentrionale, con un picco di 101 osservazioni nella zona di Porto Torres. Il tratto di mare di Villasimius, invece, si è distinto per la maggiore biodiversità, con la presenza di sei specie diverse.
Tra le specie più diffuse spicca la Velella velella, avvistata 114 volte soprattutto al nord. Questa “Barchetta di San Pietro” produce solo un lieve pizzicore al contatto. Molto abbondante anche la Cotylorhiza tuberculata, innocua e presente in tutta la Sardegna. La specie da tenere maggiormente d’occhio è la Pelagia noctiluca, nota anche come “medusa luminosa”: è la più urticante tra quelle osservate, in grado di provocare reazioni molto dolorose, sebbene non gravi ustioni.
Le specie più comuni e il loro “pericolo”
Analizziamo nel dettaglio le specie più frequentemente avvistate e il loro potenziale impatto sull’uomo, secondo il report dell’ARPAS: Velella velella (Barchetta di San Pietro): La più diffusa, innocua per l’uomo, provoca solo un lieve pizzicore.
Cotylorhiza tuberculata: Molto abbondante in tutte le aree, completamente innocua. Pelagia noctiluca (Medusa luminosa): La più urticante tra quelle osservate, provoca dolore intenso ma non gravi ustioni. È quella da “bollino rosso”.

Come comportarsi in caso di contatto
Nonostante la maggior parte delle meduse avvistate in Sardegna non rappresenti un grave pericolo, è sempre bene adottare alcune precauzioni in caso di contatto: Non toccare la medusa, anche se sembra morta o spiaggiata, in quanto le cellule urticanti possono rimanere attive. Lavare immediatamente la zona colpita con acqua di mare, senza strofinare per evitare di rompere ulteriormente le cellule urticanti. Rimuovere delicatamente eventuali tentacoli rimasti sulla pelle utilizzando una pinzetta o un oggetto rigido (come una carta di credito), evitando il contatto diretto con le mani.
Applicare sulla pelle un gel astringente al cloruro di alluminio (reperibile in farmacia) per lenire il bruciore e il prurito.Evitare di utilizzare acqua dolce, aceto, ammoniaca, alcol o strofinare con sabbia, in quanto potrebbero peggiorare l’irritazione. In caso di reazioni più intense o persistenti, è consigliabile consultare un medico.
Conoscere le specie presenti e le corrette procedure in caso di contatto permette di vivere il mare della Sardegna in sicurezza, godendo delle sue bellezze senza inutili allarmismi.