Nell’Oceano Atlantico è stata fatta una scoperta preoccupante | Dopo più di 100 anni non si è ancora risanata

Illustrazione di un oceano (Depositphotos foto) - marinecue.it

Illustrazione di un oceano (Depositphotos foto) - marinecue.it

Gli oceani sono dei posti misteriosi, e di misteri legati ad essi ne abbiamo svelati “pochi”. Ora se ne aggiunge un altro.

Negli oceani stanno venendo fuori cose che fanno un po’ paura, a dirla tutta. Una delle scoperte peggiori riguarda le microplastiche: sono ovunque, anche nelle profondità più remote. Le trovano nei pesci, nei ghiacci, perfino dentro plancton. È come se il mare stesse lentamente “mangiando plastica”.

Poi ci sono le zone morte, dove non c’è più ossigeno e nulla riesce a vivere. Negli ultimi anni se ne stanno formando sempre di più, anche vicino alle coste. Pesci, molluschi, coralli… spariscono. È come se il mare si spegnesse a poco a poco.

Un’altra cosa allarmante è l’acidificazione dell’acqua, dovuta all’eccesso di CO₂. Le barriere coralline stanno morendo, e con loro tantissime specie. È un processo lento, ma inarrestabile se non cambiamo qualcosa.

E poi ogni tanto saltano fuori creature sconosciute, o segnali strani dalle profondità. Alcuni scienziati dicono che sappiamo più della Luna che dell’oceano.

Cose che il mare non ti dice…

Quando si parla di esplorare il fondo dell’oceano, uno si immagina misteri affascinanti, pesci fluorescenti, magari qualche relitto antico. Ma la verità è che a volte quello che trovi ti toglie il sonno, più che lasciarti a bocca aperta. Così è successo a un gruppo di ricercatori americani, che ha mandato un robot a esplorare le acque tra Porto Rico e la Repubblica Dominicana. Si aspettavano dati, magari qualche sorpresa geologica, e invece… hanno trovato qualcosa di parecchio inquietante.

Il protagonista, stavolta, è un ROV, un robot comandato da remoto, mandato a spiare le profondità della cosiddetta Mona Rift. E quello che ha registrato, tra foto e rilievi, è incredibile. Non solo la faglia è attiva, ma pare anche molto più pericolosa di quanto pensassimo. E la Terra, là sotto, si muove eccome.

Illustrazione di un sisma (Pixabay FOTO) - marinecue.it
Illustrazione di un sisma (Pixabay FOTO) – marinecue.it

Una scoperta inquietante

La faglia in questione, la Mona Rift appunto, ha un’età geologica “giovane” con appena 3,3 milioni di anni, che nella scala della Terra è niente, un battito di ciglia. Ma ciò che preoccupa davvero è quel vuoto stratigrafico di 100 metri che il robot ha documentato: uno spazio enorme tra gli strati di roccia, una roba quasi invisibile… ma potenzialmente devastante.

E infatti, ci sono teorie secondo cui il terremoto del 1918, quello che ha colpito Porto Rico con una scossa di magnitudo 7.2 seguita da uno tsunami, potrebbe essere stato proprio “colpa” di questa frattura. Una connessione che prima veniva esclusa, e che ora invece torna prepotente.