Danni irreparabili all’ecosistema marino italiano | Bisogna correre subito ai ripari o si rischia l’estinzione

Reti da pesca (Depositphotos foto) - www.marinecue.it
Il fragile equilibrio del nostro ecosistema marino si sta spezzando sotto i colpi dell’inquinamento e della pesca intensiva.
Non serve essere biologi marini per capire che il nostro mare sta cambiando. Basta una passeggiata sulla spiaggia o un tuffo in acqua per accorgersi che qualcosa non torna. I nostri fondali, una volta brulicanti di vita, sembrano un po’ più silenziosi, quasi svuotati.
Proteggere questo patrimonio, insomma, è diventato più urgente che mai. Gli scienziati lo ripetono da anni, eppure il messaggio sembra arrivare a singhiozzo. Il mare soffre, soprattutto a causa dell’attività dell’uomo.
Che sia la pesca, il traffico delle navi o l’inquinamento che nemmeno vediamo, sta pian piano rosicchiando l’equilibrio fragile di cui vivono pesci, cetacei, tartarughe e tanti altri. E ogni volta che si rompe un pezzo di questo equilibrio, a pagarne il prezzo non sono solo loro. Le minacce sono ovunque.
La plastica, i rumori assordanti delle navi, la pesca senza controllo… tutto si somma. I danni spesso non li vediamo subito, ma loro sono lì, sommersi. Intanto, però, ogni tanto qualcosa riaffiora e ci sbatte in faccia una realtà difficile da ignorare.
Un altro campanello d’allarme per l’ecosistema
Non è raro ormai imbattersi in storie tristi di animali spiaggiati. Episodi che, purtroppo, non sono più casi isolati. E ogni volta che succede, c’è un esercito di volontari pronti a correre per dare una mano e cercare di capire cosa stia accadendo davvero sotto la superficie delle nostre acque.
Questo ritrovamento suona come un avvertimento bello forte. I danni provocati dalle attività umane, come la pesca accidentale, stanno riducendo sempre di più le possibilità di sopravvivenza per delfini, tartarughe e tante altre creature marine. Se non si cambia subito rotta, rischiamo di assistere all’estinzione di intere specie.

Quando il mare manda segnali chiari
Tra tutte le minacce che pendono sulla testa delle specie marine, ogni segnale che arriva dalla costa diventa impossibile da ignorare. Gli sforzi di associazioni, enti e università cercano di rispondere in fretta a questi SOS silenziosi, raccogliendo dati preziosi e cercando di salvare il salvabile.
L’ultimo episodio? È successo all’Isola d’Elba, dalle parti di Lacona. Un giovane tursiope, ormai privo di vita, è stato trovato spiaggiato. I volontari dell’Associazione Elbamare A.P.S. e di Marelibero sono arrivati subito sul posto e si sono accorti che la coda del delfino era avvolta in un attrezzo da pesca. Non è chiaro, però, se sia stato proprio quello a causarne la morte.