Anche i pesci si isolano come gli esseri umani | Questa specie si è rintanata da millenni e non ha intenzione di uscire: non vuole relazioni

Illustrazione di alcuni pesci (Canva) - marinecue.it
Questi pesci mostrano dei comportamenti che noi conosciamo bene, come l’isolarsi da tutti e da tutto. Scopri di chi si tratta.
Anche i pesci, nel loro mondo sommerso, mostrano comportamenti che ricordano quelli dell’uomo. Alcune specie vivono in comunità strutturate, con ruoli precisi e gerarchie da rispettare. Come in una società umana, ci sono “regole” e conseguenze per chi le infrange.
Ci sono pesci che collaborano tra loro, aiutandosi a vicenda per cacciare o difendersi dai predatori. Questo spirito di cooperazione fa pensare a dinamiche di gruppo simili a quelle che vediamo negli esseri umani, dove l’unione fa la forza.
Sorprendentemente, alcuni pesci sanno riconoscersi allo specchio o memorizzare i volti, come fanno le persone. Questo suggerisce una forma di intelligenza più complessa di quanto si pensasse un tempo, capace di apprendere e ricordare.
Anche nella comunicazione, non sono così lontani da noi. Alcune specie modulano la loro “voce” in base all’ambiente, alzando il volume quando c’è rumore, proprio come facciamo noi in mezzo al traffico. Un mondo silenzioso, ma pieno di somiglianze.
Una vita da eremita… sott’acqua
A volte penso che ci siano giorni in cui mollerei tutto, tipo davvero tutto, e mi infilerei in una grotta senza ricezione, zero notifiche, silenzio totale. Beh, c’è un pesce che l’ha fatto sul serio. Il tetra messicano, nome in codice Astyanax mexicanus, ha detto addio al mondo circa 20 mila anni fa e si è trasferito sottoterra, o meglio, sotto l’acqua, in grotte completamente buie. Manco a dirlo: è diventato cieco.
E non è neanche l’unico della famiglia, eh. Esiste una versione “diurna”, diciamo così, che vive in superficie, ci vede bene ed è più… socievole. Ma la variante delle caverne, quella cieca, è il classico tipo che preferisce farsi i fatti suoi. Britney Sekulovski e Noam Miller, due ricercatori della Wilfrid Laurier University, si sono appassionati a questa doppia personalità del tetra e hanno deciso di scavare (letteralmente?) nella questione.

Occhio non vede…
E qui arriva la parte interessante. In pratica si voleva capire se è il corpo a limitare il comportamento (teoria della costrizione fisiologica) o se è il comportamento che, nel tempo, “sceglie” il corpo più adatto (teoria della strategia adattativa). Spoiler: la seconda ha più senso, almeno in questo caso.
Per capirlo, hanno preso sia tetra ciechi delle caverne che i loro cugini vedenti della superficie e li hanno messi in situazioni diverse: affamati, ben nutriti, con l’aggiunta di ormoni “sociali”. Risultato? I tetra delle caverne se ne fregano. Non si parlano (si fa per dire), non si cercano, non si aiutano. Non è solo che non riescono a fare gruppo — è che proprio non ne hanno voglia. E questa tendenza, piano piano, è diventata la norma per loro.