“Stiamo ammazzando le tartarughe” | Allarme lanciato da Legambiente: bisogna fermare i pescatori

Illustrazione di alcune tartarughe in mare (Depositphotos foto) - www.marinecue.it

Illustrazione di alcune tartarughe in mare (Depositphotos foto) - www.marinecue.it

Purtroppo la situazione diventa sempre più tragica, e le tartarughe stanno man mano scomparendo a causa nostra.

Le tartarughe marine se la stanno passando male, e la colpa, inutile girarci intorno, è quasi tutta nostra. Tra plastica in mare, reti da pesca abbandonate e spiagge invase da luci artificiali, le loro possibilità di sopravvivenza si stanno riducendo ogni anno. 

Ogni volta che una tartaruga scambia una busta per una medusa e la mangia, rischia di soffocare. E non è solo quello. Anche il cambiamento climatico ci mette del suo: la temperatura della sabbia dove depongono le uova determina il sesso dei piccoli, e con l’aumento del calore nascono quasi solo femmine.

Poi c’è il problema della pesca: finiscono impigliate nelle reti come “catture accidentali”, anche se di accidentale c’è ben poco, perché succede troppo spesso. E quando cercano di tornare sulle spiagge per deporre le uova, si trovano davanti hotel, ombrelloni e fari. 

Però una buona notizia c’è: in molti posti si stanno creando santuari protetti, e ci sono volontari che sorvegliano le uova fino alla schiusa. Basta poco, a volte, per fare la differenza. E magari, se ci pensiamo due volte prima di buttare plastica o accendere mille luci sul mare, possiamo aiutare queste vecchie signore dell’oceano a restare con noi ancora un bel po’.

Una serata amara sulla spiaggia

Era il 2 aprile, una di quelle sere tranquille, quando a Legambiente arriva una segnalazione: una tartaruga marina spiaggiata, purtroppo già morta, sulla spiaggia di Schiopparello, vicino Portoferraio in provincia di Livorno. Una notizia triste, sì, ma purtroppo nemmeno così rara di questi tempi. I volontari del Cigno Verde, come sempre pronti a intervenire, si mettono subito in moto.

Ma una volta lì, sulla sabbia ancora umida e in mezzo a un tappeto di rifiuti lasciati dal mare, si trovano davanti a qualcosa di molto peggio. Non c’era solo una tartaruga, ma ben tre: una morta e due ancora vive. Ecco, quella scena lì, tre corpi tra la plastica, ti resta negli occhi. È un colpo al cuore, davvero.

Illustrazione di una tartaruga di mare (Depositphotos foto) - www.marinecue.it
Illustrazione di una tartaruga di mare (Depositphotos foto) – www.marinecue.it

Una situazione tragica

La tartarughina più piccola, un esserino di 10 cm e appena 100 grammi, purtroppo non ce l’ha fatta. Era simile a quella trovata a Marciana Marina pochi giorni prima, e anche lei, troppo giovane e fragile, è rimasta vittima del nostro disinteresse. Le altre due invece erano ancora vive: una giovane e un esemplare più grande.

Purtroppo però, entrambe le tartarughe mostravano gravi segni di sofferenza: tutte e due con una pinna amputata. La più grande addirittura aveva un pezzo di lenza che le spuntava dalla bocca: molto probabilmente aveva ingoiato un amo.