Caraibi, c’è un enorme occhio blu in mare | Scienziati increduli: hanno trovato un ortaggio grosso venti metri

Illustrazione di una spiaggia caraibica (Depositphotos FOTO) - www.marinecue.it
Cos’è quella sorta di occhio blu in mare? Molti sono rimasti allibiti, è una cosa stranissima. Tu sai di cosa si tratta?
Ci sono ortaggi che sanno di mare, anche se non crescono sott’acqua. Uno dei più noti è la salicornia, una piantina succulenta che vive vicino alle coste e assorbe il sapore salato dell’ambiente. Cruda o cotta, sa proprio di onde e brezza marina.
Un altro esempio è la lattuga di mare, che in realtà è un’alga ma viene usata in cucina un po’ come un ortaggio. Ha un gusto delicato e sapido, perfetta nelle insalate o come contorno alternativo.
Ci sono anche ortaggi di terra che si sposano benissimo con il pesce, come il finocchio, con quel suo tocco fresco e leggermente anisato. Non è “di mare”, ma in cucina sembra nato per starci accanto.
E poi ci sono quelle piante spontanee costiere, tipo il finocchietto selvatico o il critmo, che crescono tra le rocce e sanno di vento salato. Non sono famosi come altri ingredienti, ma chi li prova… se ne innamora.
Che cos’è?
Hai mai visto quelle foto dall’alto in cui l’oceano sembra avere un occhio gigante? Ecco, quello è il Great Blue Hole, una voragine pazzesca nel mezzo del Mar dei Caraibi, a largo del Belize. È un posto che sembra uscito da un racconto di avventura, con l’acqua turchese tutto intorno e questo cerchio blu scuro che ti ipnotizza. È tipo una dolina enorme, nata quando una grotta sotterranea è collassata migliaia di anni fa, e poi il mare ha fatto il resto. Bello e inquietante, come certi silenzi profondi.
Jacques Cousteau, quello che ha fatto innamorare il mondo dei fondali marini, l’ha resa famosa decenni fa. È profonda 124 metri, larga 300. E da sopra sembra una porta verso chissà dove. Ma la cosa incredibile non è solo la vista: è ciò che c’è in fondo, dove non arriva quasi ossigeno e tutto resta immobile per secoli.

Una scoperta incredibile
Gli scienziati dell’Università di Goethe hanno tirato su una “carota” di sedimenti lunga 30 metri dal fondo della voragine, praticamente una cronaca del clima e delle tempeste degli ultimi 5.700 anni. Dentro ci sono strati e strati di sabbia, fango e detriti che raccontano ogni uragano e tempesta passata.
Negli ultimi secoli, le tempeste sono aumentate, ma negli ultimi 20 anni… boom! C’è stata un’accelerazione fuori scala, una roba che non si spiega con le solite variazioni naturali. Secondo i ricercatori, il colpevole è uno solo: il cambiamento climatico.