Delusione archeologica | Ma quali Vichinghi: questa nave conservata gelosamente è troppo nuova: che delusione

Imbarcazione vichinga

Illustrazione di una nave vichinga (Depositphotos foto) - www.marinecue.it

Un tesoro vichingo, una vera fortuna per gli archeologi. Ma siamo davvero sicuri che risalga a questa epoca storica?

Il lavoro svolto dagli archeologi è di fondamentale importanza per conoscere a fondo il passato della civiltà umana e per ripercorrere le tappe più significative che hanno segnato la storia dell’uomo.

Ciò è possibile proprio mediante il rinvenimento, che il più delle volte risulta essere totalmente casuale, di reperti antichi che sono in grado di fornire informazioni determinanti sul passato storico.

Da utensili a gioielli, da interi pezzi di costruzioni, come palazzi e terme, sino ad arrivare alle imbarcazioni, sono state molteplici le grandi scoperte archeologiche che hanno lasciato stupefatto il mondo intero.

Tuttavia, il lavoro svolto dai professionisti nell’ambito dell’archeologia non è esente da ostacoli, che spesso portano ad una conclusione errata per quanto concerne l’epoca del risalimento e l’utilizzo di un determinato reperto.

La più antica imbarcazione mai rinvenuta?

Al largo delle coste svedesi è stato individuato un relitto, presumibilmente risalente al XV secolo. Inizialmente si ipotizzava che, qualora la datazione fosse stata confermata, gli studiosi avrebbero avuto a disposizione il più antico relitto scandinavo mai costruito seguendo lo stile “carvel”, una tipologia di imbarcazione utilizzata per il trasporto di cannoni contraddistinti da un enorme peso. Stiamo parlando del relitto di Landfjärden, che appartiene a quello che potremmo definire “complesso” di relitti, siti nella zona fin dal 1800, almeno secondo quanto accertato.

Come detto, le ipotesi indicavano la possibilità che la nave risalisse all’epoca vichinga, dunque un periodo compreso tra il 793 e il 1066 dopo Cristo, ma i più recenti rilevamenti condotti dagli archeologi marittimi del Vrak, museo dei relitti sito proprio nella capitale svedese, hanno stabilito come, in realtà, la teoria che i relitti risalissero al periodo degli antichi abitanti della Scandinavia non fosse esattamente fondata, riuscendo, invece, a comprenderne e stabilirne l’effettivo risalimento.

Relitto
Ricostruzione del relitto sottomarino (Jim Hansson foto) – www.marinecue.it

Una testimonianza fondamentale per il lavoro degli archeologi

Ad annunciarlo è stato il responsabile del progetto, nonché curatore del museo, Håkan Altrock, che ha indicato come quattro dei cinque relitti siano da ricondurre ad un periodo storico compreso tra il 1600 e il 1700, specificando che il più datato parrebbe, invece, risalire alla seconda metà del 1400. Nonostante la datazione, decisamente più recente, le imbarcazioni sono state capace di affascinare in modo non indifferente gli studiosi per via della loro caratteristica costruttiva, riconducibile allo stile “carvel“, che prevede l’utilizzo di assi di scafo a filo con quelle vicine e che si discosta dallo stile “clinker” delle tradizionali navi vichinghe.

Vrak 5“, così è noto il relitto più antico individuato, presenta dimensioni non indifferenti, estendendosi per circa 35 metri e possedendo una larghezza di circa 10. I dettagli che ne caratterizzano la costruzione, indicano gli studiosi, saranno in grado di rivelarsi fondamentali per comprendere come avvenne effettivamente la transizione dal clinker al carvel, rappresentante uno dei momenti di svolta nella storia marittima svedese, in quanto passo preliminare dalla cantieristica medioevale a quella moderna. Perciò, Altrock ha già fatto sapere di voler procedere con ulteriori scavi. Le informazioni sino ad ora raccolte, intanto, hanno permesso agli esperti del Vrak di riprodurre un modello dell’imbarcazione in modo digitale, mediante la fotogrammetria. L’articolo che tratta l’argomento è comparso su Live Science.