Granchio Blu, le contromisure non sono servite a niente | Nuova stagione da dimenticare: sono sempre di più

Illustrazione di un granchio blu (Depositphotos FOTO) - www.marinecue.it
Il granchio blu continua ad essere una minaccia per i nostri ecosistemi. Purtroppo il prossimo futuro non si prospetta roseo.
Le specie aliene sono organismi che vengono introdotti, volontariamente o accidentalmente, in un ambiente diverso da quello d’origine. Se riescono ad adattarsi e riprodursi, possono diventare specie invasive, causando danni agli ecosistemi, all’agricoltura o persino alla salute umana.
Il problema è che, in assenza di predatori naturali, queste specie si diffondono rapidamente, entrando in competizione con quelle locali e alterando gli equilibri naturali. Esempi famosi sono il gambero della Louisiana, che ha minacciato gli ecosistemi d’acqua dolce in Europa, e la zanzara tigre, vettore di malattie tropicali.
Molte specie invasive sono state introdotte dall’uomo per scopi economici o ornamentali, senza prevedere le conseguenze. Altre, invece, arrivano accidentalmente attraverso il commercio globale, nascoste nei container, nei ballast delle navi o nei bagagli dei viaggiatori.
Per contrastarle servono strategie di prevenzione, controllo e rimozione, ma il problema è complesso. Una volta che una specie invasiva si è insediata, eliminarla è difficile e costoso, quindi la soluzione migliore resta evitare la sua diffusione fin dall’inizio.
L’invasione silenziosa
A volte il mare sembra calmo, tranquillo. Poi ti avvicini alla riva e ti rendi conto che qualcosa non torna. L’acqua ribolle, come se fosse in fermento. Non sono onde, non è il vento. Sono loro, i granchi blu. Una marea silenziosa che si muove sotto la superficie, pronta a stravolgere tutto. Mattia Lanzoni, ricercatore dell’Università di Ferrara, lo sa bene. Da settimane le reti si riempiono a vista d’occhio. Questo non è un semplice fenomeno naturale, è la terza ondata. La terza invasione. Sembra il titolo di un film apocalittico, e invece è la realtà che si sta vivendo lungo la costa.
Non è la prima volta che accade. Già negli anni passati, sin dal 2023, questi predatori hanno messo a soqquadro gli equilibri marini, spazzando via le vongole come un esercito affamato. Ma quest’anno è diverso. È tutto in anticipo. Più granchi, più aggressivi, più famelici. La causa? I cambiamenti climatici. Le temperature dell’acqua si sono alzate prima del previsto, e sono “usciti dal loro letargo” con una sola missione: conquistare nuovi spazi.

Il disastro annunciato
I numeri fanno paura. Una femmina di granchio blu può deporre fino a 4 milioni di uova. Ripetilo: quattro milioni. È quasi impossibile star loro dietro, figuriamoci fermarli. I ricercatori, durante i monitoraggi, hanno trovato intere colonie di esemplari giovani già attivi e pronti a crescere.
A Goro, a Comacchio, nelle acque salmastre dell’Adriatico: sono ovunque. E mentre loro avanzano, il resto sparisce. Le vongole sono quasi estinte: a Porto Tolle, in Veneto, non ce ne sono più. A Goro e Comacchio la produzione è crollata del 90%.