Il tesoro dei fondali sta per essere reso fruibile | È li dalla Seconda Guerra Mondiale: appena messo in sicurezza sarà metà di turisti da tutto il mondo

Relitto navale in mare (Depositphotos foto) - www.marinecue.it
Una testimonianza storica dall’inestimabile valore. Finalmente sarà possibile approfondirla da vicino. Si trova nelle profondità marine
I fondali marittimi rappresentano nell’immaginario comune un luogo ignoto, in cui sono ampie le possibilità di trovare creature mistiche, talvolta funeste e pericolose, città sommerse e tesori nascosti.
Nel corso dei secoli si sono succedute numerose leggende relative a ciò che i navigatori, specie nel corso dell’era del colonialismo, si siano trovati a fronteggiare prima di proseguire le proprie spedizioni.
Dai miti agli episodi storici; la storia della navigazione è stata caratterizzata da differenti naufragi, che hanno condotto le imbarcazioni a divenire relitti incastonato sul fondale marino.
E il Mar Mediterraneo, rappresentando uno dei mari più trafficati del mondo per scambi e non solo, sin dall’antichità, non è esente dalla presenza di tesori nascosti all’interno delle sue profondità.
Il tesoro dei fondali e la sua incredibile storia
Al largo della costa laziale, più precisamente nei pressi della cittadina di Civitavecchia, nel romano, è presente un impetuoso relitto sito a circa 60 metri di profondità. Il così noto relitto dell’Adernò è rappresentato dall’omonimo piroscafo, conosciuto inizialmente anche come Ardeola. Stiamo parlando di un mezzo costruito nel 1912 per svolgere la funzione di trasporto sia per i passeggeri, sia per le merci, che annovera tra le sue caratteristiche le 2609 tonnellate di peso. La sua storia proseguì negli anni a venire, sino a giungere al 1935, quando il Regno d’Italia la requisì per destinarla nuovamente al trasporto unicamente delle merci – dopo esser passata tra le mani di differenti proprietari -.
Nel pieno della Seconda Guerra Mondiale, più precisamente il 9 novembre 1942, l’Adernò era diretto a Malta per trasportare delle merci sull’isola, dove non riuscì mai ad attraccare; al largo delle coste di Biserta, in Tunisia, una motosilurante del Governo di Vichy catturò il piroscafo, che terminerà poi nelle mani della Germania nazista. Reintrodotto in navigazione per conto degli italiani, che lo ricevettero nuovamente dai tedeschi, il 23 luglio 1943 cessò definitivamente la sua attività, quando fu raggiunto da un siluro lanciato dal sommergibile HMS Torbay, mezzo della marina britannica, proprio nelle vicinanze del Porto di Civitavecchia.

Valorizzare un gioiello nascosto
Proprio nello stesso punto giace oggi il relitto, a circa due miglia dalla costa. Immergersi nelle vicinanze dello stesso è sempre apparso particolarmente impegnativo, in quanto la zona è caratterizzata da una visibilità estremamente scarsa e c’è anche da dire che la mano dell’uomo, che lì ha abbandonato reti da pesca e lenze, elementi d’ostacolo per i subacquei nelle esplorazioni sottomarine – oltre che per le specie marine che abitano le stesse profondità -, non ha di certo alleggerito una condizione già delicata. Ma è notizia di pochi giorni fa dell’avvio di un’operazione di recupero, volta a preservare e a garantire sicurezza al relitto stesso. Il merito di questa iniziativa è da attribuire all’impegno congiunto della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la provincia di Viterbo e l’Etruria meridionale, dell’Associazione Onlus Marevivo e del Porto Turistico di Riva di Traiano.
La figura di riferimento attraverso cui l’operazione si concretizzerà è il subacqueo Simone Pierucci, che vanta già una distinta esperienza in ambito di relitti. La finalità dell’intervento sarà proprio la rimozione delle disagevoli e pericolose reti, che verranno smaltite in modo da rendere sia l’area più facilmente accessibile, ma garantendo anche un consistente aiuto in tema di sostenibilità. Quanto ne conseguirà è che il relitto dell’Adernò, tra i più affascinanti del Mar Mediterraneo, risulterà ancora più valorizzato come testimonianza storica, garantendo l’accesso in sicurezza agli esploratori subacquei.