Mare, ora anche i gestori dei lidi lanciano l’allarme | “Non ne possiamo più: siamo letteralmente invasi”

Allarme pesci infestanti (Depositphotos foto) - www.marinecue.it
I gestori dei lidi hanno lanciato un allarme per l’infestazione di questi esseri. Come verrà gestita l’emergenza.
L’ecosistema marino è un ambiente fragile ed estremamente complesso, caratterizzato da un delicato equilibrio tra le diverse specie che lo abitano. Tuttavia, negli ultimi decenni, l’introduzione di specie infestanti ha alterato profondamente questo equilibrio, causando gravi danni alla biodiversità marina e alle attività economiche legate al mare.
Queste specie invasive, spesso introdotte accidentalmente dall’uomo, si diffondono rapidamente, soppiantando le specie autoctone e alterando l’ecosistema in modo spesso irreversibile. Le specie infestanti marine possono essere introdotte negli ecosistemi attraverso diversi meccanismi.
Uno dei principali è il trasporto marittimo: le navi, infatti, possono trasportare organismi alieni nelle acque di zavorra o attaccati allo scafo. Un altro fattore determinante è l’acquacoltura, che può favorire l’introduzione di specie non indigene in nuovi ambienti.
Tra le specie infestanti più conosciute vi è la Mnemiopsis leidyi, una medusa originaria dell’Atlantico occidentale che si è diffusa nel Mar Nero e nel Mediterraneo, causando il declino di molte specie ittiche a causa della competizione per il cibo.
Come contenere l’emergenza
Per contrastare la diffusione delle specie infestanti marine, è fondamentale adottare misure di prevenzione e controllo. Una strategia efficace è il monitoraggio delle acque di zavorra delle navi, regolamentato dall’Organizzazione Marittima Internazionale (IMO), che ha imposto norme per il trattamento e il rilascio di queste acque. Inoltre, la sensibilizzazione degli operatori del settore marittimo e la ricerca scientifica sono strumenti chiave per sviluppare metodi di gestione sostenibili.
Le specie infestanti marine rappresentano una seria minaccia per gli ecosistemi marini e per le attività economiche ad essi collegate. È fondamentale che governi, scienziati e cittadini collaborino per prevenire e mitigare i danni causati da queste specie. Solo attraverso un impegno comune sarà possibile preservare la biodiversità marina e garantire la sostenibilità delle risorse oceaniche per le generazioni future.

Una specie pericolosa
La temperatura del Mar Adriatico è aumentata di quasi 2°C, portando alla cosiddetta “tropicalizzazione” delle sue acque. Questo fenomeno ha favorito l’arrivo e la proliferazione di specie non indigene, con ben 90 nuove specie registrate, tra cui il granchio blu e il pericoloso pesce palla maculato. Il pesce serra, pur non essendo esotico, ha visto un aumento significativo, sostituendo specie locali come le mormore.
I cambiamenti climatici stanno modificando anche le abitudini dei pescatori, con inverni sempre più miti e nuovi tipi di pesca. Il progetto europeo Balmas invita pescatori e subacquei a segnalare specie aliene per monitorare il fenomeno. L’Ispra ha avviato una campagna di allerta sul pesce palla maculato, tossico per l’uomo, chiedendo di segnalare eventuali avvistamenti.