Campi Flegrei, il mare dirà cosa sta accadendo | C’è stato bisogno di fare arrivare questo da lontano: “Eravamo nel limbo”

Campi Flegrei (Depositphotos foto) - www.marinecue.it
Una nuova missione ci permetterà di stabilire cosa c’è sotto i campi flegrei. Ecco come sarà organizzata e gestita.
I Campi Flegrei rappresentano una delle aree vulcaniche più affascinanti e pericolose del mondo. Situati nella zona occidentale del Golfo di Napoli, comprendono un vasto complesso di crateri e solfatare che testimoniano una lunga e intensa attività vulcanica.
Il loro nome deriva dal greco “flégo”, che significa “bruciare”, un chiaro riferimento alla loro natura incandescente e tumultuosa. L’area dei Campi Flegrei è caratterizzata dalla presenza di numerosi vulcani attivi e spenti, come la Solfatara di Pozzuoli, il cratere di Astroni e il Monte Nuovo.
Il supervulcano che si trova sotto questa regione ha dato origine a eruzioni imponenti nel passato, la più devastante delle quali avvenne circa 39.000 anni fa, nota come l’eruzione dell’Ignimbrite Campana. Questo evento ebbe ripercussioni climatiche globali, coprendo di cenere gran parte dell’Europa e causando una significativa riduzione della temperatura terrestre.
Oltre alla sua importanza geologica, i Campi Flegrei sono anche un luogo ricco di storia e cultura. Nell’antichità, la regione era considerata un punto strategico dai Greci e dai Romani, che vi fondarono importanti città come Cuma, Pozzuoli e Baia.
La bellezza dei Campi Flegrei
La regione dei Campi Flegrei era nota per le sue lussuose ville e terme, frequentate dall’aristocrazia romana. Ancora oggi, è possibile ammirare i resti sommersi di Baia, visitabili attraverso immersioni o tour in barca con fondi trasparenti. Nonostante la loro bellezza, i Campi Flegrei rappresentano un serio rischio per le popolazioni che vi abitano.
Il suolo della zona è soggetto al fenomeno del bradisismo, un lento sollevamento o abbassamento della crosta terrestre causato dall’attività vulcanica sotterranea. Negli ultimi decenni, episodi di sollevamento significativo hanno portato all’evacuazione temporanea di alcune aree, come accadde a Pozzuoli negli anni ’80. Per questo motivo, l’Osservatorio Vesuviano monitora costantemente l’attività sismica e vulcanica della regione, con l’obiettivo di prevenire catastrofi naturali.

Come saranno monitorati
Il sottomarino autonomo norvegese HUGIN sarà impiegato nel Golfo di Napoli per monitorare la caldera sommersa dei Campi Flegrei. Questo veicolo, lungo cinque metri e capace di raggiungere i 3000 metri di profondità, è stato acquistato dalla stazione zoologica Anton Dohrn per cinque milioni di euro grazie ai fondi del PNRR. Grazie alla sua versatilità, HUGIN potrà essere equipaggiato con diversi sensori avanzati, tra cui sonar ad alta risoluzione, una fotocamera subacquea in grado di correggere distorsioni e colori e sistemi di prevenzione delle collisioni.
Oltre a questi strumenti, verranno installati sensori specifici per il monitoraggio dei gas vulcanici, come anidride carbonica e metano. Il sottomarino è progettato per operare quasi senza interruzioni, grazie a batterie intercambiabili che garantiscono un’autonomia fino a 18 ore a una velocità di 5,5 km/h.