Ostriche e sostenibilità: il piano da 14 milioni che ha rilanciato la pesca e l’ecosistema

Grazie a un ambizioso piano di ripopolamento da 14 milioni di dollari, le ostriche stanno tornando protagoniste nella Rappahannock River.

Le ostriche non sono solo una prelibatezza, ma anche un elemento chiave per l’equilibrio dell’ecosistema marino. Questi molluschi hanno un superpotere naturale: filtrano l’acqua, eliminando impurità, alghe in eccesso e sostanze nocive. Ma non finisce qui. Quando si aggregano, formano delle vere e proprie barriere viventi, che diventano rifugio e nursery per tantissime specie marine. Il problema? Per anni sono state sfruttate senza controllo, fino quasi a scomparire in alcune zone.

La Baia di Chesapeake è un esempio perfetto di questa crisi. Fino agli anni ’80, le ostriche abbondavano nelle sue acque, ma la pesca intensiva e le malattie hanno spazzato via intere popolazioni. Il risultato? Un ecosistema squilibrato e un’intera economia locale in difficoltà. I pescatori hanno visto le loro catture diminuire drasticamente, e l’intera industria ostricola ha rischiato di collassare. Qualcosa, però, è cambiato: negli ultimi anni, si è puntato su una gestione più intelligente, con strategie per ripristinare i banchi ostricoli senza compromettere le risorse.

Una delle tecniche più utilizzate è il ripopolamento tramite gusci: in pratica, si spargono gusci di ostrica nei fondali, in modo che le giovani ostriche (dette spat) possano attaccarsi e crescere. Questo sistema, noto come shell replenishment, ha dato risultati promettenti, favorendo la ricostruzione dei banchi naturali. Però, per capire quanto davvero funzioni, servono dati concreti e studi scientifici che ne valutino l’efficacia sul lungo periodo.

Negli ultimi tempi, diversi ricercatori si sono messi al lavoro per studiare l’impatto di questi interventi, sia dal punto di vista ambientale che economico. Perché, alla fine, è questo il punto: trovare un equilibrio tra la tutela dell’ambiente e la sostenibilità della pesca. Se un sistema funziona, può essere replicato e migliorato nel tempo, portando benefici sia alla natura che alle comunità locali.

Il successo del ripopolamento nella Rappahannock River

Uno studio pubblicato di recente dalla William & Mary’s Batten School & VIMS ha confermato che la strada intrapresa è quella giusta. La ricerca, pubblicata sul Journal of Environmental Management, ha dimostrato che gli interventi della Virginia Marine Resources Commission (VMRC) hanno avuto un impatto positivo nella Rappahannock River. In particolare, il ripopolamento con gusci ha portato a un aumento significativo della presenza di ostriche giovani, migliorando non solo la qualità dei banchi ostricoli, ma anche la produttività della pesca.

Il programma di ripristino dei banchi ostricoli, avviato nel 2000, e il sistema di raccolta a rotazione, introdotto nel 2007, hanno contribuito a mantenere la struttura dei banchi e a far crescere il numero di ostriche commercializzabili. Secondo i dati, a partire dal 2018, la densità di ostriche nei banchi ha iniziato a salire in modo costante, aiutando i pescatori a rispettare più facilmente i limiti giornalieri di raccolta.

Report della gestione delle ostriche (Www.vims.edu foto) – www.marinecue.it

Un investimento da 14 milioni che sta dando i suoi frutti

Dal 2000, la VMRC ha investito oltre 14 milioni di dollari per il recupero dei banchi ostricoli della Rappahannock River. Un investimento importante, che ha portato a risultati tangibili: tra il 2007 e il 2024, sono stati raccolti più di 500.000 barili di ostriche, per un valore che supera i 24 milioni di dollari. Inoltre, le aree marine protette hanno dimostrato di avere un ruolo chiave, perché permettono alle ostriche di crescere più a lungo, aumentando la loro capacità di riproduzione e garantendo un futuro sostenibile alla pesca.

Per Alexandria Marquardt, che ha guidato lo studio, il successo di questo progetto dimostra quanto sia importante una gestione basata su dati scientifici e scelte mirate. La collaborazione tra ricercatori e autorità locali sta facendo la differenza, e potrebbe diventare un modello da seguire anche in altre zone per proteggere e valorizzare le ostriche.

Furio Lucchesi

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