Tartarughe marine, sono sempre più vittime dei pescatori | Ora arriva la soluzione al problema: da Pisa parte la liberazione

Come salvaguardare la biodiversità marina

Per salvaguardare la biodiversità marina è nato un nuovo progetto: Life Oasis. Con cui prevenire incidenti soprattutto con le tartarughe.

La salvaguardia delle specie animali è una sfida non indifferente, per il futuro del nostro pianeta. Ogni anno, numerose specie rischiano l’estinzione, a causa di attività umane come la deforestazione e l’inquinamento. Preservare la biodiversità, significa mantenere l’equilibrio degli ecosistemi, e garantire un ambiente sano per tutte le forme di vita (compresa la nostra).

Le cause della scomparsa di molte specie son, infatti, spesso legate allo sfruttamento eccessivo delle risorse naturali. E caccia illegale, commercio di animali esotici, e distruzione degli habitat, minacciano quotidianamente la fauna selvatica. Ragion per cui, ridurre siffatti impatti richiede un impegno collettivo, e azioni concrete.

Esistono diverse strategie, per proteggere le specie animali: come la creazione di aree protette; la promozione di leggi più severe contro il bracconaggio; e i progetti di ripopolamento. Anche il supporto della ricerca scientifica e della sensibilizzazione pubblica, gioca un ruolo cruciale nella conservazione.

Ognuno di noi può, comunque, contribuire alla protezione della fauna selvatica, attraverso scelte responsabili. Alla stregua del sostenere associazioni ambientaliste; ridurre il consumo di prodotti i quali contribuiscono ulteriormente alla deforestazione; e rispettare la natura.

“Life Oasis”, ricerca e tecnologia per proteggere il Mediterraneo

Il progetto Life Oasis, si configura come un’importante iniziativa internazionale volta a ridurre l’impatto della pesca, sugli ecosistemi marini del Mediterraneo. Motivo per cui, ogni anno, numerose tartarughe marine, come la Caretta Caretta, rischiano di rimanere intrappolate in attrezzi da pesca abbandonati (compromettendo la loro sopravvivenza, e la biodiversità marina).

Life Oasis è, quindi, stato concepito per mitigare gli impatti negativi della pesca e dei rifiuti marini. Progetto che durerà cinque anni, coinvolgendo il Dipartimento di Biologia dell’Università di Pisa, nonché altre istituzioni internazionali. Il suo obiettivo principale è ridurre il fenomeno della cosiddetta “pesca fantasma”, ovvero la continua cattura involontaria di specie marine da parte di attrezzature perse o abbandonate. Poiché strumenti come reti, lenze e nasse, possono trasformarsi in trappole mortali.

Un nuovo modo per prevenire gli incidenti con le tartarughe
Nuovo tipo di pesca (Canva) – marinecue.it

Tecnologia avanzata per una pesca sostenibile

Il cuore del progetto è lo sviluppo di un innovativo sistema di aFAD (Intelligent Anchored Fish Aggregating Device), dispositivi ancorati sul fondale marino, e dotati di sensori avanzati. I quali permetteranno di monitorare l’ecosistema in tempo reale, raccogliendo dati sulla presenza di specie ittiche e di animali protetti; come appunto le tartarughe marine. Inoltre, sarà possibile effettuare una mappatura degli attrezzi da pesca abbandonati nel Mediterraneo: tentando di ridurre l’inquinamento marino, e migliorare la gestione delle risorse ittiche.

Secondo il professor Paolo Casale, dell’Università di Pisa, Life Oasis rappresenta un’importante sinergia fra ricerca, innovazione e collaborazione con il settore della pesca. Inserendosi, in continuità, con altre iniziative di conservazione, come Life MedTurtles e TartaLife, così da puntare a prevenzione e cattura accidentale delle tartarughe. Promuovendo una pesca più sostenibile, e tutelando gli ecosistemi marini.