Balene in pericolo (Canva foto) - www.marinecue.it
La vita delle balene è n pericolo: il ruolo dell’intelligenza artificiale e della bioacustica per salvarle.
Le balene franche nordatlantiche sono tra le creature più maestose degli oceani, ma anche tra le più a rischio di estinzione. Oggi ne restano meno di 370 esemplari, un numero drammaticamente basso.
I pericoli che minacciano la loro sopravvivenza sono molti: collisioni con le navi, reti da pesca letali e cambiamenti climatici che rendono sempre più difficile trovare cibo. Proteggerle è diventata una vera corsa contro il tempo.
Fino a oggi, gli scienziati si sono affidati a sopralluoghi aerei per monitorare queste balene, ma si tratta di un metodo costoso, rischioso e limitato alle ore di luce e alle buone condizioni meteorologiche. Un’alternativa è l’acustica subacquea, che permette di rilevare i richiami delle balene nell’oceano. Il problema? Fino a poco tempo fa, questi suoni servivano solo per capire se le balene fossero presenti o meno, senza poter stimare con precisione quante fossero.
Ora, però, qualcosa sta cambiando. Grazie ai progressi nell’intelligenza artificiale (AI), i ricercatori stanno sviluppando nuovi strumenti per monitorare le balene in modo più sicuro e preciso. L’idea è semplice ma rivoluzionaria: usare i microfoni subacquei combinati con l’apprendimento automatico (ML) per raccogliere dati più accurati sulla popolazione di questi giganti del mare.
Un team della Cornell University ha trovato un modo innovativo per contare le balene franche nordatlantiche senza disturbare il loro habitat. Il loro studio, pubblicato su Endangered Species Research, dimostra come microfoni subacquei e AI possano affiancare i metodi tradizionali per ottenere stime più affidabili e ridurre la necessità di costosi sorvoli aerei.
Per farlo, i ricercatori hanno posizionato una rete di unità di registrazione marina autonoma (MARU) nella Baia di Cape Cod, un’importante area di alimentazione per queste balene. Questi dispositivi hanno registrato i richiami acustici degli animali, che poi sono stati analizzati da un sistema di deep learning in grado di riconoscere le vocalizzazioni con un’accuratezza dell’86%.
Grazie a questa tecnologia, gli scienziati possono ora monitorare le balene 24 ore su 24, superando i limiti delle osservazioni aeree, che dipendono dal meteo e dalla luce del giorno. Secondo Marissa Garcia, ricercatrice della Cornell University, questo metodo potrebbe cambiare radicalmente il modo in cui proteggiamo questa specie in pericolo.
Science Daily sottolinea che, anche se ci sono ancora margini di miglioramento, questo sistema offre un’opportunità senza precedenti per espandere il monitoraggio su vaste aree oceaniche. Un passo fondamentale per capire meglio il comportamento delle balene e trovare soluzioni più efficaci per garantirne la sopravvivenza.
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