Mare Adriatico, è invasione di una specie di cui si stavano perdendo le tracce | Felici tutti i pescatori ed ancora di più i buongustai
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Questa specie sta popolando il Mar Adriatico (depositphotos.com) - www.marinecue.it
Il Mare Adriatico è un patrimonio di specie da proteggere; in particolar, ne sta circolando una con somma gioia dei pescatori
Negli ultimi anni, il Mediterraneo ha subito significative trasformazioni a causa dei cambiamenti climatici. Da tempo, anzi da decenni, si discute e si dibatte animatamente sulla salvaguardia del pianeta.
L’aumento delle temperature marine e gli eventi meteorologici estremi stanno modificando l’ecosistema marino, con effetti diretti sulla fauna ittica e sulle attività di pesca.
Secondo Confcooperative Fedagripesca, il riscaldamento delle acque sta alterando la disponibilità delle specie tradizionali e favorendo la diffusione di nuove tipologie di pesci e crostacei.
In particolare nel Mar Adriatico risulta che stia circolando in copiosa quantità, una specie di cui si stavano perdendo le tracce, con somma gioia di buongustai e pescatori.
Mazzancolle nel Golfo di Manfredonia
Un fenomeno particolarmente evidente sta emergendo nel Golfo di Manfredonia, dove si osserva un significativo incremento della popolazione di mazzancolle. Questo crostaceo sta proliferando nelle acque locali, in risposta a cambiamenti delle condizioni ambientali. Non si tratta di un caso isolato: secondo quanto riportato da Stato Quotidiano, anche nel Canale di Sicilia si sta assistendo a un fenomeno simile con l’aumento dei gamberi rosa. Le alterazioni delle temperature marine e la variazione nella disponibilità di nutrienti sembrano favorire queste specie a scapito di pesci più tradizionali, come le acciughe e le sarde, la cui dimensione e quantità stanno diminuendo.
Le conseguenze di questi cambiamenti non riguardano solo l’ambiente, ma si estendono anche all’economia. Stato Quotidiano riporta l’opinione di Paolo Tiozzo, vicepresidente di Confcooperative Fedagripesca, il quale sottolinea che il settore della pesca sta affrontando perdite considerevoli a causa della diminuita disponibilità delle specie tradizionali e delle difficoltà operative legate a condizioni meteorologiche avverse. Si prevede una riduzione delle giornate di pesca che può arrivare fino al 50%, con una diminuzione dei guadagni che potrebbe toccare il 70%.
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Prospettive presenti e future
Un altro aspetto fondamentale riguarda le infrastrutture portuali. Le mareggiate sempre più frequenti e l’erosione costiera mettono a serio rischio la funzionalità dei porti, con oltre il 70% delle strutture del Mediterraneo minacciate dall’insabbiamento. La mancanza di interventi di manutenzione adeguati potrebbe rendere molte di queste infrastrutture inutilizzabili, aggravando così ulteriormente la crisi del settore della pesca.
Gli scenari futuri tracciati da Confcooperative Fedagripesca non sono molto rassicuranti. Secondo quanto riportato da Stato Quotidiano, se le attuali tendenze dovessero persistere, entro il 2050 oltre il 30% delle specie ittiche del Mediterraneo potrebbe non avere più origine locale. Per fronteggiare questa crisi, è essenziale un impegno serio a livello istituzionale.