Un predatore famelico degli abissi ora vive vicino alle coste | È un mostro dalle sembianze aliene: il diavolo dei mari
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Fondale marino (Depositphotos foto) - www.maricecue.it
Un predatore marino che stava sui fondali si è avvicinato alle zone costiere, ecco cosa può succedere adesso.
Recentemente, gli scienziati hanno osservato un fenomeno sempre più frequente, ovvero molte specie marine che un tempo abitavano le profondità oceaniche si stanno spostando verso le coste. Questo cambiamento è il risultato di una combinazione di fattori ambientali, molti dei quali legati all’impatto delle attività umane sugli ecosistemi marini.
Una delle cause principali è il riscaldamento globale che causa l’aumento delle temperature oceaniche alterando gli habitat naturali di molte specie. Gli organismi che vivono nei fondali, abituati a temperature stabili e più fredde, possono trovarsi in difficoltà quando queste condizioni cambiano, spingendoli a migrare verso acque più superficiali dove trovano un ambiente più adatto alla loro sopravvivenza.
Anche la riduzione dell’ossigeno negli oceani, fenomeno noto come deossigenazione, contribuisce allo spostamento delle specie. L’aumento delle temperature riduce la quantità di ossigeno disponibile per la vita marina. Molti organismi, per sopravvivere, si avvicinano alle coste, dove le acque sono più ossigenate grazie al movimento delle onde e alla presenza di alghe e fitoplancton.
Un altro fattore importante è la pesca intensiva e la distruzione degli habitat, infatti le reti a strascico e altre tecniche di pesca industriale danneggiano i fondali marini, privando molte specie del loro ambiente naturale e costringendole a cercare rifugio altrove.
Le conseguenze di questo fenomeno
Le correnti oceaniche stanno subendo modifiche a causa dei cambiamenti climatici, pertanto questo può influenzare la distribuzione delle risorse alimentari, costringendo molte specie ad abbandonare i fondali per cercare cibo in acque più superficiali.
Le conseguenze di questi spostamenti possono essere significative, infatti, l’arrivo di nuove specie nelle acque costiere può alterare gli equilibri ecologici, entrando in competizione con la fauna locale e modificando la catena alimentare. Inoltre, alcune specie provenienti dalle profondità potrebbero essere più vulnerabili ai predatori costieri o all’attività umana, mettendo a rischio la loro sopravvivenza.
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Un pesce potenzialmente pericoloso
Il pesce lucente (melanoceto), è un abitante degli abissi marini che vive tra i 200 e i 2.000 metri di profondità ed è caratterizzato da un corpo scuro e una bocca enorme. Esso si è adattato a condizioni estreme di buio, alta pressione e scarsità di cibo. Una delle sue peculiarità è la bioluminescenza, dove la luce serve ad attirare le prede e, in alcuni casi, a confondere i predatori. La sua dieta è composta principalmente da pesci più piccoli e invertebrati, che inghiotte con la sua ampia bocca.
La riproduzione del melanoceto è ancora poco conosciuta, ma si ipotizza un forte dimorfismo sessuale, con maschi molto più piccoli delle femmine. Questo pesce si trova negli oceani Atlantico, Pacifico e Indiano ed è un predatore fondamentale nell’ecosistema abissale.