Illustrazione di una rana pescatrice (Depositphotos FOTO) - www.marinecue.it
le rane pescatrici sono animali straordinari, caratterizzati da una particolare pizza modificata che funge da amo.
Sai, la natura è piena di sorprese. Ogni giorno scopriamo nuove specie, nuovi comportamenti, nuovi adattamenti che ci lasciano a bocca aperta. E proprio come un bambino che esplora un nuovo giocattolo, la scienza si diverte a svelare i misteri della vita.
Oggi parliamo di un gruppo di pesci davvero bizzarri: le rane pescatrici, o frogfish, come le chiamano gli scienziati. Queste creature, che sembrano uscite da un film di fantascienza, hanno un modo davvero particolare di cacciare. La loro prima pinna dorsale, chiamata illicium, si è modificata da un semplice organo che svolgeva un ruolo nel nuoto a un vero e proprio strumento di pesca.
Un gruppo di ricercatori della Nagoya University, ha deciso di indagare su questo sistema di pesca. Volevano capire come i neuroni motori delle rane pescatrici si fossero adattati a questa nuova funzione.
E la loro scoperta è stata davvero sorprendente. I neuroni motori, che normalmente si trovano in una zona specifica del sistema nervoso centrale, si trovavano in una posizione diversa. E questo cambia un po’ la dinamica della pesca di quest’affascinante creatura.
Le rane pescatrici, o frogfish, non sono solo pesci strani; hanno quattro pinne dorsali, ciascuna con un ruolo specifico. La seconda, terza e quarta pinna dorsale sono utilizzate per comportamenti minacciosi e per stabilizzare il nuoto. Immagina di essere un pesce e di dover sembrare il più intimidatorio possibile!
Ma la vera star dello show è la prima pinna dorsale, l’illicium. Questa pinna ha una struttura allungata con un’esca sulla punta, che assomiglia a un verme. È un trucco geniale per attirare le prede, ingannandole prima di catturarle con un morso fulmineo. È come se avessero il loro personale “fishing rod”!
Il team di ricerca ha scoperto una popolazione di motoneuroni dedicata all’illicium, chiamata fishing motor neurons. Utilizzando iniezioni di traccianti, hanno mappato la posizione di questi neuroni nel corno ventrale del midollo spinale. E hanno scoperto che i motoneuroni dell’illicium si trovano in una zona diversa rispetto ai motoneuroni delle altre pinne dorsali.
Questa scoperta dimostra che i motoneuroni possono migrare nel sistema nervoso centrale in risposta a cambiamenti funzionali. È come se i neuroni fossero in grado di imparare nuove strade e nuovi modi di funzionare. E questa capacità potrebbe essere comune anche negli esseri umani.
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