Cina, avviate le strategie di guerra in mare | Taiwan non ne può più e gli USA possono solo restare a guardare
![Illustrazione di una flotta (Depositphotos)](https://www.marinecue.it/wp-content/uploads/2025/02/Illustrazione-di-una-flotta-Depositphotos-1024x592.jpg)
Illustrazione di una flotta (Depositphotos FOTO) - www.marinecue.it
Sono in arrivo nuove strategie di guerra, soprattutto quelle legate al mare. La situazione tra Taiwan, USA e Cina è insostenibile.
Le strategie di guerra in mare sono sempre state fondamentali per il controllo dei commerci e delle rotte strategiche. Fin dai tempi antichi, il dominio navale significava potere: basti pensare all’Impero Romano o, più tardi, alla potenza marittima dell’Impero Britannico.
Una delle tattiche più conosciute è il blocco navale: circondare i porti nemici per impedire l’ingresso e l’uscita di navi, tagliando fuori il nemico da risorse vitali. Questo è stato usato efficacemente nelle guerre mondiali, dove i sottomarini tedeschi, ad esempio, cercavano di interrompere i rifornimenti agli Alleati nell’Atlantico.
Poi ci sono le battaglie navali dirette, come quelle tra flotte nel Pacifico durante la Seconda Guerra Mondiale. In queste, le portaerei hanno rivoluzionato il modo di combattere in mare, permettendo di colpire il nemico da grandi distanze grazie agli aerei imbarcati.
Infine, oggi le guerre in mare si combattono anche con tecnologie avanzate: droni subacquei, missili a lungo raggio e cyber-attacchi ai sistemi di navigazione.
Una situazione critica
La Cina ha messo nel mirino Taiwan, puntando a impadronirsi dell’isola attraverso un blocco navale strategico. Questo piano ha come obiettivo principale quello di tagliare i rifornimenti civili e militari, rendendo difficile qualsiasi intervento esterno. Durante le esercitazioni di dicembre 2024, la Cina ha simulato scenari per impedire l’intervento militare degli Stati Uniti attorno a Taiwan. Per farlo, ha schierato ben 18 cacciatorpediniere e fregate lungo la “prima catena di isole”, che si estende dalle Nansei (Giappone) fino alle Filippine, creando una barriera per le navi americane.
Queste esercitazioni non sono state un gioco da ragazzi: hanno coinvolto oltre 134 aerei da guerra, 60 navi della Marina e 30 della Guardia Costiera cinese, coprendo un’ampia area che va dal Mar Cinese Meridionale alle isole Ryukyu. È chiaro che la Cina sta investendo enormi risorse per dimostrare la sua capacità di bloccare Taiwan e proiettare potere nella regione.
![Illustrazione di una nave militare (Depositphotos)](https://www.marinecue.it/wp-content/uploads/2025/02/Illustrazione-di-una-nave-militare-Depositphotos.jpg)
Vulnerabilità ed escalation
Taiwan, d’altra parte, è particolarmente vulnerabile. La sua popolazione, industria e i porti principali, come Kaohsiung e Taichung, si trovano sul fianco occidentale, più vicino alla Cina. Questo significa che la Cina può facilmente bloccare questi porti con navi, sottomarini, missili e aerei da guerra. Un blocco del genere non solo minaccerebbe Taiwan, ma avrebbe anche conseguenze economiche globali, dato che colpirebbe una delle rotte commerciali più trafficate del mondo.
Negli ultimi anni, la Cina ha normalizzato la sua presenza militare intorno a Taiwan, effettuando frequenti incursioni nella zona di identificazione della difesa aerea (ADIZ) dell’isola. Un evento significativo è avvenuto il 14 ottobre 2024, quando Taiwan ha registrato un numero record di 153 velivoli cinesi in un solo giorno. Questo aumento di attività militare ha creato un clima di tensione crescente. Le isole Kinmen, situate a sole due miglia dalla Cina continentale, sono diventate un punto caldo, con 56 incursioni della Guardia Costiera cinese dal 2024.