Mediterraneo, cresce la febbre tsunami | Per molti è solo una bufala ma l’INGV ha lanciato l’allarme
Mediterraneo e rischio di tsunami: nuove prospettive dagli studi scientifici lanciano nuove allerte ed allarmi da non ignorare
I cambiamenti climatici stanno modificando il nostro pianeta in modi che spesso sfuggono alla percezione quotidiana. Come la Terra ruota, noi ci muoviamo insieme a lei.
Tuttavia, gli effetti a lungo termine possono avere ripercussioni significative su diversi ecosistemi e aree geografiche. Lo abbiamo osservato con cambiamenti geologici millenari.
Uno degli aspetti maggiormente scrutinati riguarda l’impatto delle variazioni climatiche sul livello del mare e su eventi estremi a esso correlati. Chi dimentica il nefasto Tsunami del 2004…
È proprio in questo contesto che emergono nuove ricerche, le quali evidenziano rischi sempre più concreti. Istituti di alto livello stanno monitorando costantemente la situazione.
L’aumento del rischio di tsunami nel Mediterraneo
Ne hanno parlato anche Fanpage ed altre riviste di settore: un recente studio condotto da un team di ricercatori dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), in collaborazione con l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) ha evidenziato che il rischio di tsunami nel Mar Mediterraneo potrebbe aumentare nei prossimi decenni. L’innalzamento del livello del mare, che potrebbe superare il metro entro il 2070, associato al fenomeno della subsidenza, porterebbe a una previsione di incremento del 30% nella probabilità di onde di tsunami superiori a un metro.
L’analisi probabilistica del rischio di tsunami condotta dagli scienziati, sotto la direzione della dottoressa Anita Grezio, ha integrato dati relativi al naturale abbassamento del suolo con le proiezioni sui cambiamenti del livello marino elaborate dall’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change). I risultati indicano che molte aree del Mediterraneo potrebbero subire un aggravamento della vulnerabilità costiera.
Le implicazioni del cambiamento climatico
L’INGV ha pubblicato mappe che confrontano la situazione attuale con le proiezioni per il 2070, evidenziando come il rischio sia destinato ad aumentare nella maggior parte delle aree costiere del Mediterraneo. L’unica eccezione è rappresentata dai Campi Flegrei e dall’isola di Santorini, zone soggette a fenomeni vulcanici che stanno, al contrario, causando l’innalzamento del terreno.
L’innalzamento del livello del mare rappresenta una delle minacce più gravi associate al cambiamento climatico. Secondo la NASA, dal 1993 ad oggi il livello marino è aumentato di 9 centimetri, con conseguenze già visibili su inondazioni e fenomeni meteorologici estremi. Le stime dell’IPCC suggeriscono che entro la fine del secolo il livello del mare potrebbe salire di oltre 1 metro, con alcune previsioni che ipotizzano addirittura un incremento di 2 metri. Gli scienziati per questo sottolineano l’importanza di sviluppare tempestivamente strategie di adattamento e mitigazione al fine di limitare i rischi derivanti da questi fenomeni e proteggere le comunità costiere più vulnerabili.