Nubifragio Wilhelm Gustloff, i dettagli della più grande tragedia marina (YouTube Foto) - www.marinecue.it
La Wilhelm Gustloff nacque come simbolo di benessere e orgoglio nazionale. Un simbolo finito rovinosamente nelle grinfie del mare.
Commissionata nel 1937 dal regime nazista, era destinata a crociere popolari, offrendo ai lavoratori tedeschi la possibilità di viaggiare senza distinzioni di classe. Un progetto ambizioso, con cabine uguali per tutti, nel tentativo di unire la società sotto un’unica bandiera.
Quando scoppiò la guerra, il destino della nave cambiò radicalmente. Prima fu trasformata in ospedale galleggiante, poi divenne una caserma per i cadetti della marina. L’idea di vacanze e relax svanì, sostituita dall’ombra del conflitto che avvolgeva l’Europa.
Nel gennaio 1945, mentre l’Armata Rossa avanzava inesorabile, la Gustloff fu chiamata a una nuova missione: evacuare i civili tedeschi da Gotenhafen. La nave fu riempita ben oltre la sua capienza, con oltre 10.000 persone stipate nei corridoi, nelle stive, persino sui ponti scoperti, affrontando temperature polari.
Il 30 gennaio, tra gelo e oscurità, la nave salpò per sfuggire alla distruzione. Ma il Baltico era tutt’altro che sicuro. Nonostante il pericolo imminente, la nave viaggiava senza un’adeguata scorta e con luci accese, rendendosi un bersaglio perfetto per i sottomarini nemici.
Nascosto nelle profondità del mare, il sottomarino sovietico S-13, comandato dall’imprevedibile Alexander Marinesko, avvistò la nave. Alle 21:08, tre siluri colpirono la Gustloff in punti strategici. L’impatto fu devastante: le stive si allagarono, i corridoi si trasformarono in trappole e il caos si diffuse in pochi minuti.
Migliaia di persone cercarono disperatamente di fuggire. Alcuni si lanciarono nell’acqua gelida, altri rimasero intrappolati nei ponti inferiori. Nel giro di 45 minuti, la nave scomparve sotto le onde, portando con sé la maggior parte dei suoi passeggeri. Con un bilancio stimato tra le 9.000 e le 9.400 vittime, divenne il più grande disastro marittimo della storia.
A differenza di tragedie come il Titanic, il mondo non commemorò le vittime della Gustloff. La Germania nazista era sconfitta e l’Unione Sovietica non aveva interesse a celebrare un comandante poco amato dal regime. Così, il peggior naufragio della storia restò quasi sconosciuto.
Oggi, il relitto giace sul fondo del Baltico, inaccessibile e protetto da leggi che ne vietano l’esplorazione. È un cimitero sommerso, un testimone silenzioso di una tragedia che pochi ricordano e di una guerra che non ha lasciato spazio a pietà o memoria. Eppure, ogni tanto, qualche subacqueo esperto si avventura tra i resti della Gustloff, esplorando i suoi corridoi sommersi e cercando di ricostruire gli ultimi istanti di chi era a bordo. Il mare ha inghiottito la nave, ma non il mistero che ancora la circonda. Anche se dimenticata dalla storia ufficiale, continua a raccontare la sua tragedia a chi ha il coraggio di ascoltare.
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