Mediterraneo, un progetto che avrebbe distrutto tutto | Qualcuno potrebbe riportarlo in vita: sarebbe un disastro
Un progetto ambizioso per prosciugare il Mediterraneo; sembra un’idea folle, ma è stata elaborata davvero. E potrebbe tornare…
Nel corso della storia, l’essere umano ha costantemente cercato di modificare il proprio ambiente per trarne vantaggi, attraverso opere di ingegneria che si sono rivelate ambiziose e talvolta controverse.
Alcuni di questi progetti hanno segnato il corso della civiltà, mentre altri sono rimasti semplici teorie. Se pensiamo al progetto mostruoso del Nazismo, sfortunatamente conosciamo le conseguenze.
Tra le proposte più audaci del ventesimo secolo si annovera un piano che, se attuato, avrebbe radicalmente mutato la geografia e l’economia di un’intera regione del mondo.
Si tratta di un’iniziativa grandiosa finalizzata alla ridefinizione dei confini naturali, con l’intento di ottenere risorse energetiche e nuove terre da sfruttare. Tuttavia i suoi folli risvolti potrebbero essere di ritorno.
Un’idea rivoluzionaria mai realizzata
Nel corso della storia sono stati concepiti progetti ingegneristici di portata straordinaria, ma pochi hanno raggiunto il livello di ambizione di Atlantropa. Ideato dall’architetto tedesco Herman Sörgel nel 1927, secondo un interessante studio pubblicato nell’American Historical Review, questo piano prevedeva la costruzione di imponenti dighe destinate ad abbassare il livello del Mar Mediterraneo, generare energia idroelettrica e creare nuove terre coltivabili. Pur non essendo mai stato realizzato, il progetto rimane una delle visioni più audaci del ventesimo secolo.
Il fulcro del progetto Atlantropa consisteva nell’edificazione di tre gigantesche dighe in punti strategici del Mediterraneo: una nello Stretto di Gibilterra, una nello Stretto dei Dardanelli e una situata tra Sicilia e Tunisia. La diga di Gibilterra, con una lunghezza di circa 35 km, avrebbe dovuto rappresentare la centrale idroelettrica più grande del mondo, con una capacità stimata di 120 GW, sufficiente a soddisfare metà del fabbisogno energetico dell’Europa degli anni ’20! L’abbassamento del livello del mare avrebbe anche comportato l’emersione di circa 576. 000 km² di nuove terre, generando spazio per attività agricole e per la costruzione di una ferrovia in grado di collegare direttamente l’Europa all’Africa.
Un progetto relegato al passato
Nonostante la grandiosità della visione, il progetto Atlantropa si trovò ad affrontare numerose difficoltà. Neppure il regime nazista, pur essendo orientato all’espansione del controllo tedesco, ritenne il piano fattibile. Durante la Seconda guerra mondiale, Sörgel tentò di aggiornare il progetto, nella speranza di riproporlo al termine del conflitto. Tuttavia, la crescente diffusione dell’energia nucleare rese l’idea di investire in impianti idroelettrici di tale portata meno attraente.
Oltre alle sfide economiche e politiche, gli scienziati evidenziarono grossi rischi ambientali. L’evaporazione forzata del Mediterraneo avrebbe potuto alterare profondamente il clima, aumentare la salinità delle acque e mettere a rischio gli ecosistemi marini. Inoltre, la chiusura dello Stretto di Gibilterra avrebbe potuto influenzare le correnti oceaniche globali con conseguenze imprevedibili. Potrebbe tornare oggi questa folle idea? Chissà…