Subacquei uniti per salvare il corallo nero del Mediterraneo, arriva il progetto ANTI PATHOS

Sub in immersione nella barriera corallina

Corallo nero, una associazione per salvarlo (Freepik Foto) - www.marinecue.it

Il progetto ANTI PATHOS nasce dalla collaborazione tra il biologo marino Giovanni Chimienti e la fondazione Marevivo, con un obiettivo ambizioso.

L’obiettivo è proteggere uno degli ecosistemi più affascinanti e misteriosi del Mediterraneo: il corallo nero. Questo progetto innovativo chiama a raccolta i subacquei più esperti, che esplorano le profondità marine, per contribuire a censire e salvaguardare le foreste sommerse di corallo nero che, seppur nascosti a grande profondità, sono essenziali per l’equilibrio dell’ambiente marino.

Il corallo nero cresce a profondità superiori ai 50 metri, in ambienti dove la luce solare non arriva e le correnti sono forti. In questi luoghi estremi, questo corallo forma strutture che assomigliano a vere e proprie foreste subacquee, popolate da una ricca varietà di vita marina. Sebbene lento nella crescita, il corallo nero fornisce rifugio e nutrimento a una miriade di organismi, dai pesci ai crostacei, diventando un pilastro fondamentale per la biodiversità marina. Proteggere queste foreste è vitale per preservare l’ecosistema marino.

Tuttavia, il corallo nero è sotto costante minaccia. Nonostante sia protetto da normative internazionali come la Convenzione CITES, il suo scheletro scuro viene ancora utilizzato per la realizzazione di gioielli e amuleti, alimentando un mercato illecito che mette in pericolo la sua sopravvivenza. Inoltre, le attività umane, come l’inquinamento e la pesca, stanno alterando l’equilibrio di questi ecosistemi fragili.

Il progetto ANTI PATHOS si propone di coinvolgere i subacquei tecnici, esperti nell’esplorazione delle acque più profonde, che utilizzano tecnologie avanzate come miscele di gas specifiche e rebreather, per raccogliere dati sulla presenza di corallo nero. Questi subacquei, veri esploratori del mare, sono in grado di accedere a zone marine altrimenti inaccessibili, contribuendo a identificare e mappare le foreste di corallo nero presenti nel Mediterraneo.

Il progetto anche online

Attraverso una piattaforma online, il progetto invita anche altri subacquei a segnalare le proprie osservazioni e a condividere foto e video, creando una rete di avvistamenti che aiuteranno gli scienziati a raccogliere informazioni cruciali. Questo processo di citizen science è fondamentale per ottenere una panoramica dettagliata della distribuzione e dello stato di salute del corallo nero in tutto il Mediterraneo.

Marevivo, con la sua divisione subacquea, ha già dimostrato l’efficacia dell’azione diretta. Nel 2022, un team di subacquei ha recuperato e riposizionato una colonia di corallo nero danneggiata a 60 metri di profondità nel Mar Ligure, sul relitto della petroliera Haven. Questo intervento, simbolo di collaborazione e dedizione, ha permesso al corallo di continuare a crescere nel suo habitat naturale, contribuendo alla conservazione di questa specie protetta.

Sub in immersione
Corallo nero, una associazione per salvarlo nel Mediterraneo (Freepik Foto) – www.marinecue.it

L’ambizioso progetto di salvare il mare

Le segnalazioni raccolte nel corso del progetto saranno analizzate attraverso esplorazioni più approfondite. L’impiego di ROV (veicoli subacquei a controllo remoto) consentirà di monitorare aree marine inaccessibili, raccogliendo dati cruciali sulla salute del corallo nero e sullo stato complessivo dell’ecosistema marino. Queste indagini offriranno una visione completa della situazione, permettendo di pianificare azioni di conservazione ancora più mirate.

In un contesto marino minacciato da cambiamenti climatici e attività antropiche, il corallo nero rappresenta un simbolo di resilienza e, al tempo stesso, una sfida per la scienza e la conservazione. Il progetto ANTI PATHOS, con il coinvolgimento di ricercatori, subacquei e cittadini, è un esempio di come la collaborazione possa essere la chiave per proteggere e preservare uno degli ecosistemi più enigmatici e vitali del Mediterraneo. Con il contributo di tutti, possiamo garantire un futuro per queste foreste sommese, vitali per la salute dei nostri mari.