Nuove specie, ora è il cambiamento climatico a crearle | Ha separato quelle del Nord da quelle del Sud
Il pianeta su cui viviamo è in costante evoluzione. Una evoluzione che spesso dà vita a creature incredibili!
Le forze naturali modellano la Terra attraverso fenomeni come l’erosione, le eruzioni vulcaniche e il movimento delle placche tettoniche. Tuttavia, negli ultimi secoli, un nuovo fattore è entrato in gioco con crescente intensità: l’attività umana. Il riscaldamento globale, l’urbanizzazione e la distruzione degli habitat stanno modificando profondamente gli ecosistemi.
Gli effetti di questi cambiamenti sono visibili ovunque. Alcuni ambienti naturali stanno scomparendo o trasformandosi a una velocità senza precedenti, mettendo a rischio la sopravvivenza di molte specie. Intere popolazioni animali e vegetali si trovano a dover affrontare condizioni per le quali non sono adattate, con conseguenze imprevedibili per gli equilibri ecologici.
A fronte di questi mutamenti, alcune specie dimostrano una straordinaria capacità di adattamento. Alcune si spostano in nuove aree, altre modificano le loro abitudini alimentari o riproduttive. In alcuni casi, il cambiamento non si limita all’adattamento: può portare all’emergere di nuove forme di vita attraverso un processo che ha plasmato la biodiversità della Terra per milioni di anni.
Ma come avviene questo fenomeno? La risposta si trova nello studio della speciazione, ovvero la formazione di nuove specie. Sebbene tradizionalmente associata a lunghi processi evolutivi, recenti scoperte suggeriscono che le rapide trasformazioni ambientali possano accelerare questi meccanismi, come dimostrato da una ricerca sulle lamprede.
Una separazione lunga milioni di anni
Le lamprede sono creature dall’aspetto peculiare, simili ad anguille, ma con una bocca circolare dotata di denti affilati. Si tratta di animali antichissimi, la cui origine risale a oltre 360 milioni di anni fa. Sebbene la loro forma sia rimasta pressoché invariata nel tempo, la loro diversità genetica è molto più complessa di quanto si pensasse.
Uno studio pubblicato sulla rivista Proceedings of the Royal Society B ha analizzato il DNA delle lamprede attuali, confrontandolo con dati fossili. I ricercatori hanno scoperto che circa 93 milioni di anni fa, durante il Cretaceo, il riscaldamento globale avrebbe separato le popolazioni di lamprede in due gruppi distinti: uno nell’emisfero settentrionale e l’altro in quello meridionale. Questo isolamento, probabilmente causato da temperature insostenibili nelle zone equatoriali, ha portato a una divergenza genetica significativa, contribuendo alla speciazione.
Un fenomeno che riguarda il presente
Ciò che è accaduto alle lamprede milioni di anni fa potrebbe ripetersi oggi. Il cambiamento climatico sta modificando gli habitat a una velocità che molte specie potrebbero non riuscire a gestire. Se da un lato alcune potrebbero adattarsi o trovare nuove nicchie ecologiche, altre potrebbero estinguersi. Tuttavia, esiste anche la possibilità che nuovi gruppi emergano, proprio come accaduto alle lamprede nel passato.
Questa scoperta sottolinea l’importanza di studiare gli effetti del cambiamento climatico sulla biodiversità. Comprendere come le specie abbiano risposto a eventi climatici estremi nel passato potrebbe aiutarci a prevedere il futuro e adottare misure di conservazione efficaci. Se il clima sta creando nuove specie, potrebbe anche metterne a rischio molte altre: sta a noi decidere come intervenire.