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Groenlandia: in meno di un anno i laghi hanno cambiato colore

I laghi groenlandesi hanno perso la loro cristallinità tramutandosi in chiazze d’acqua marroni. Quali sono i motivi dietro questo avvenimento mai visto prima nel corso della storia?

Numerosi laghi situati nel territorio della Groenlandia hanno cambiato il proprio colore. A segnalare un evento unico nella storia è stato un team di ricerca formato da scienziati, nell’ambito di uno studio condotto su PNAS (Proceedings of the National Academy of Sciences). L’approfondimento si è concentrato proprio sul mutamento del colore delle acque, che dal tradizionale aspetto trasparente sono divenute marroni nel corso di neanche 12 mesi.

Il motivo, come emerso dallo studio stesso, sarebbe da ricercare nel cambiamento climatico e negli eventi estremi provocati dallo stesso. Nello specifico il cambio repentino del colore delle acque risulta essere attribuibile allo scioglimento dei permafrost e dalle piogge intense che hanno colpito l’intero territorio nel corso degli ultimi anni. I fenomeni hanno comportato l’alterazione delle proprietà biologiche e chimiche di oltre 7.500 laghi siti nella zona occidentale della Groenlandia.

Infatti, la Groenlandia è nota per essere una terra di ghiacci, dove le precipitazioni avvengono usualmente sotto forma di nevicate. Eppure, i grandi cambiamenti correlati dal cambiamento climatico hanno fatto sì che le stesse si riversassero sul territorio come pioggia, a seguito proprio dell’ondata di calore, che ha segnato un periodo di precipitazioni record, come mai avvenuto prima.

Le temperature eccessivamente elevate rispetto alla norma hanno portato anche allo scioglimento del permafrost; a seguito di tale avverso fenomeno, materiali come magnesio, carbonio organico e metalli sono stati rilasciati nel terreno. Oltre alla trasformazione delle acque, precedentemente splendenti e cristalline, ora presentati un colore simile al marrone, gli eventi climatici hanno portato i bacini d’acqua a emettere anidride carbonica nell’atmosfera.

Un evento repentino e preoccupante

La prima autrice dello studio, la Professoressa di paleolimnologia ed ecologia lacustre dell’Università del Maine, Jasmine Saros ha spiegato come l’evento rapidamente avvenuto tra i bacini d’acqua groenlandesi, ossia l’alterazione nel corso di nemmeno un anno, vada in forte contrapposizione con il progressivo imbrunimento che ha riguardato le aree lacuali degli altri territori dell‘emisfero boreale, includendo i vicini bacini del Maine.

Il fenomeno e la sua velocità risultano essere particolarmente allarmanti, in quanto mai nessun evento dalla simile entità era avvenuto nella zona. L’alterazione del colore sarebbe una conseguenza diretta del carbonio organico, rilasciato dallo scioglimento del permafrost, causa alla base anche dell’odore sgradevole dell’acqua e della proliferazione di batteri al suo interno. Dunque entrare in contatto con acqua che, di fatto, risulta essere infetta, potrebbe portare a disagi gravi in termini di salute. Ad esempio, come spiegato dalla dottoressa Saros, la produzione di sottoprodotti della clorazione, noti con il nome di trialometani, possono rivelarsi potenzialmente cancerogeni.

Come appare l’acqua solitamente (Unsplash foto) – www.marinecue.it

Conseguenze drammatiche anche per gli organismi

Come abbiamo avuto modo di comprendere, le gravi conseguenze non si fermano unicamente all’aspetto e al colore dei laghi. Anche le loro proprietà fisiche e chimiche sono state alterate, chissà se in maniera definitiva. Il problema si traduce direttamente verso gli organismi acquatici che popolano tali ecosistemi, in quanto l’accrescimento della torbidità impedisce alla luce di filtrare all’interno del bacino, riducendo l’apporto nei confronti di specie, tra le quali il plancton.

La presenza del fitoplancton, infatti, è in grado di assorbire la CO2 presente nell’atmosfera mediante la fotosintesi, rilasciando carbonio al termine del processo. Lo stesso che in questo momento viene di fatto ostacolato, andando a generare un aumento del 350% della quantità di gas serra in appena un paio d’anni. Alla base della presenza esponenzialmente cresciuta di anidride carbonica nell’atmosfera c’è proprio il riversamento di carbonio organico nei laghi.

Flavio Forlini

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