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Navi da crociera: com’è il lavoro di un medico in mare?

Lavorare come medico su una nave da crociera non è un compito semplice. Anzi, spesso e volentieri risulta problematico e pericoloso.

A bordo, le emergenze mediche possono verificarsi in qualsiasi momento, in un ambiente isolato e lontano dalle strutture ospedaliere a terra. In questo contesto, la figura del medico è essenziale per garantire la salute di passeggeri ed equipaggio.

Le navi da crociera possono ospitare migliaia di persone e rappresentano una vera e propria città galleggiante. Anche se l’obiettivo dei viaggiatori è godersi una vacanza spensierata, l’imprevisto è sempre dietro l’angolo. Il medico di bordo deve essere pronto a intervenire in qualsiasi situazione, dalle emergenze mediche minori fino ai casi più gravi, come infarti o ictus.

Il lavoro di un medico su una nave richiede non solo competenza, ma anche capacità di gestire lo stress e di prendere decisioni rapide. Le situazioni sono tante e diverse e bisogna essere sempre pronti a tutto, a qualsiasi evenienza.

Essere in mare aperto significa dover risolvere ogni problema senza la possibilità di trasferire immediatamente i pazienti in ospedale. Questo rende ogni intervento una sfida sia tecnica che logistica.

Il centro medico di bordo: come funziona

Ogni nave da crociera è dotata di un centro medico attrezzato, progettato per offrire cure d’urgenza e supporto sanitario di base. Le linee guida dell’American College of Emergency Physicians stabiliscono che le navi delle principali compagnie di crociera debbano avere almeno un medico e due infermieri a bordo, disponibili 24 ore su 24. Inoltre, devono essere presenti apparecchiature per la terapia intensiva e il monitoraggio dei segni vitali.

Le emergenze più comuni includono problemi respiratori, arresti cardiaci, lesioni gravi e fratture. In caso di necessità, il medico può stabilizzare il paziente fino al trasferimento verso una struttura a terra, che può avvenire tramite elicottero o al successivo porto. Tuttavia, se le condizioni meteorologiche non lo consentono, il medico deve fare affidamento esclusivamente sulle risorse disponibili a bordo, somministrando farmaci per alleviare i sintomi e guadagnare tempo.

Medico di bordo, ecco perché è così importante durante le emergenze (Ministero della Salute Foto) – www.marinecue.it

Casi estremi: il decesso a bordo

In rare ma inevitabili circostanze, può verificarsi la morte di un passeggero. Le navi moderne dispongono di piccoli obitori per conservare i corpi fino al ritorno al porto. In passato, invece, i corpi venivano conservati in frigoriferi per alimenti, un metodo ormai superato dalle procedure più rispettose e professionali adottate oggi.

In caso di decesso, il medico deve seguire protocolli rigidi: informare il capitano, avvisare le autorità competenti e, se necessario, predisporre il trasferimento del corpo per un’autopsia. Tuttavia, grande attenzione viene riservata anche al lato umano. La famiglia del defunto viene informata con delicatezza, e all’equipaggio che ha vissuto l’evento viene fornito supporto psicologico. Anche in situazioni drammatiche come questa, il medico di bordo si impegna a garantire il massimo rispetto e la cura pert utti i coinvolti.

Sveva Di Palma

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