L’Oceano può conservare la CO2 | Non si tratta di una follia, ma di una possibilità enorme: avviati gli studi
Sembra impossibile ma è così; parte dell’anidride carbonica può essere trattenuta dall’acqua. Al via gli studi sugli oceani
Gli oceani, custodi di misteri e risorse, giocano un ruolo fondamentale nell’equilibrio tanto forte quanto fragile del nostro pianeta; la nostra Terra è un continuo moto evolutivo.
Come spesso evidenziamo, tra le onde e le profondità marine, si celano processi cruciali e determinanti per il clima e la vita sulla Terra. Il moto evolutivo della terra è silente; quello del mare, invece, ruggisce.
Negli ultimi anni, la scienza ha rivolto uno sguardo attento a queste dinamiche, scoprendo potenzialità inimmaginabili per affrontare le sfide ambientali di adesso e del domani.
Un recente approfondimento ha infatti evidenziato un’iniziativa innovativa legata al rapporto tra oceani e sostenibilità, portando alla luce opportunità che potrebbero cambiare il nostro approccio al futuro del pianeta. Questo tema apre nuovi orizzonti impattanti nella lotta per la salvaguardia del nostro ecosistema globale.
Cattura e stoccaggio della CO2 negli oceani
La crescente concentrazione di anidride carbonica nell’atmosfera costituisce una delle principali cause del riscaldamento globale. Per affrontare questo problema, la comunità scientifica sta indagando diverse soluzioni innovative. Lo studio pubblicato sul Chemical Engineering Journal da parte dei ricercatori dell’Università nazionale di Singapore è datato, ma promettente.
Una delle strategie emergenti è rappresentata dalla cattura e dallo stoccaggio della CO₂ sotto forma di idrati nei fondali oceanici. Questi idrati, analoghi al ghiaccio, si formano quando la CO₂ si combina con l’acqua in condizioni di alta pressione e bassa temperatura, caratteristiche delle profondità marine. Lo studio ha confermato la fattibilità di tale tecnica, dimostrando che è possibile ottenere idrati di CO₂ in laboratorio replicando le condizioni oceaniche.
Vantaggi, sfide e prospettive future
Il processo prevede l’iniezione di CO₂ liquida in ambienti sottomarini a circa un chilometro di profondità, dove la pressione raggiunge i 100 bar e la temperatura si attesta intorno ai 4°C. In tali condizioni, la CO₂ si lega all’acqua formando idrati stabili, che possono essere immagazzinati per milioni di anni, contribuendo così alla riduzione della CO₂ atmosferica. Questo metodo offre vantaggi significativi, inclusa la stabilità a lungo termine degli idrati e la possibilità di utilizzare infrastrutture esistenti per l’iniezione della CO₂. Tuttavia, è necessaria un’ulteriore ricerca per comprendere appieno gli impatti ambientali e le implicazioni a lungo termine di questa tecnica.
Nonostante le sfide, la ricerca in questo ambito si presenta come detto sopra interessante. La possibilità di immagazzinare la CO₂ negli oceani potrebbe infatti diventare una componente chiave nelle strategie globali per la mitigazione del cambiamento climatico. Gli studi continueranno con l’obiettivo di perfezionare la tecnologia e valutarne la sicurezza e l’efficacia su larga scala.