“Non si può andare più avanti così” | Irrompe la protesta dei balneari: il mare sta distruggendo tutto

Il mare avanza (Depositphotos foto)

Il mare avanza (Depositphotos foto) - www.marinecue.it

La protesta dei balneari contro l’erosione: il mare avanza inesorabilmente e le spiagge scompaiono, ecco le proposte per correre ai ripari.

Le coste italiane, da sempre un orgoglio nazionale, stanno vivendo momenti difficili. Tra mareggiate, erosione e fenomeni climatici sempre più estremi, il paesaggio cambia in fretta e non in meglio. Il mare avanza e le spiagge si ritirano.

È una battaglia continua, e non c’è solo il paesaggio di mezzo: ci sono posti di lavoro, storie, e intere comunità che rischiano di perdere tutto. Difendere le spiagge non è più solo una questione estetica o turistica. È diventato un problema urgente che tocca economia, ambiente e identità culturale.

Ogni mareggiata porta via metri di costa, minaccia gli stabilimenti e preoccupa chi vive di turismo. È chiaro a tutti che qualcosa va fatto, ma tra il dire e il fare… spesso ci sono di mezzo lungaggini burocratiche e risorse che non arrivano mai in tempo.

Gli stabilimenti balneari, poi, non sono solo un luogo di svago: rappresentano il cuore pulsante di molte località costiere. Difenderli significa proteggere famiglie, lavoro e un pezzo di Italia. Eppure, la situazione è sempre più difficile. Trovare soluzioni che funzionino davvero è complicato, anche perché il problema è enorme e servono soldi, progetti e un piano ben chiaro.

Le sfide per salvare le coste

Forse la cosa più urgente, però, è smettere di inseguire l’emergenza. Servono interventi che funzionino a lungo termine: barriere, scogliere, magari anche idee più innovative. Il punto è che non c’è tempo per aspettare anni. Chi vive sul mare vuole risposte ora, perché le spiagge spariscono davanti ai loro occhi.

In tutta questa confusione, una cosa è chiara: i balneatori sono stufi di aspettare. Ogni mareggiata li mette in ginocchio, e spesso sono lasciati soli a combattere. Antonello Lemme, uno dei balneatori di Pescara, racconta che il mare ormai arriva a pochi metri dal suo stabilimento. “Solo cinque metri. È incredibile”, dice, spiegando che l’erosione qui ha cambiato tutto. Parla di scogliere che potrebbero fare la differenza, ma i progetti come il Ricama sono fermi. Nessuno sa bene chi dovrebbe partire per primo: il Comune o la Regione?

Mare troppo vicino alla spiaggia (Depositphotos foto)
Mare troppo vicino alla spiaggia (Depositphotos foto) – www.marinecue.it

Idee e proposte per fermare il mare

Alcuni, come Riccardo Padovano, presidente del Sib, propongono soluzioni temporanee: le dune di sabbia, ad esempio. Non sono risolutive, certo, ma potrebbero aiutare a fermare un po’ l’avanzata del mare. “Le dune non bastano, ma ci danno tempo per agire”, dice Padovano. È una di quelle idee che servono subito, perché non ci si può permettere di aspettare anni per i grandi lavori.

E i grandi interventi, quelli veri, sono ancora lontani. “Le scogliere e i pennelli anti-erosione sono la risposta più efficace, ma ci vuole troppo tempo”, ribadisce Lemme. L’unica speranza è che i fondi arrivino presto e si cominci a fare sul serio. Ma i balneatori avvertono: non è solo una questione di salvare gli stabilimenti. Qui si parla anche di proteggere le case e le strutture pubbliche. Il rischio di allagamenti è reale, e nessuno vuole restare a guardare mentre tutto viene spazzato via.