Queste Isole italiane vogliono essere riconosciute come territori disagiati | Al via la raccolta delle firme: “Siamo tagliati fuori”

Isola e maltempo (Depositphotos foto)

Isola e maltempo (Depositphotos foto) - www.marinecue.it

Alcune isole italiane si mobilitano per ottenere il riconoscimento di zone disagiate e migliorare i servizi essenziali.

Tra le onde del Mediterraneo, le isole italiane sono un patrimonio inestimabile di bellezza e tradizioni. Però, dietro a questa immagine da cartolina, c’è una quotidianità ben diversa, fatta di sfide che non tutti conoscono. Vivere su un’isola, infatti, non è semplice come potrebbe sembrare. Certo, il mare è sempre lì, ma il resto? Beh, il resto spesso lascia a desiderare.

Questi luoghi meravigliosi si trovano ad affrontare difficoltà che altrove, sulla terraferma, sembrano quasi assurde. Servizi essenziali come la sanità o l’istruzione? Molto spesso scarsi o difficili da raggiungere. E non parliamo dei trasporti! Ogni piccolo spostamento può diventare un’impresa, specie quando il mare si fa capriccioso o i traghetti scarseggiano. Insomma, vivere su un’isola è bello… ma può essere anche complicato.

Poi c’è un altro problema che si sente meno dire, ma che pesa tanto: il costo della vita. Su un’isola, tutto è più caro e i collegamenti con il resto del mondo sono spesso poco frequenti. Questo rende la vita di tutti i giorni molto più complessa e, a lungo andare, può persino portare intere famiglie a trasferirsi altrove. È un peccato, perché così queste comunità rischiano di spopolarsi e perdere la loro autenticità.

Chi vive su un’isola, però, non si arrende facilmente. C’è un forte legame con la propria terra, un senso di appartenenza che spinge le persone a lottare per migliorare le cose. In molti chiedono un riconoscimento speciale per le isole, che tenga conto delle loro difficoltà uniche. Sarebbe un modo per garantire una qualità della vita migliore e, perché no, anche una speranza di crescita per il futuro.

Firme e speranze per il futuro

A guidare questa iniziativa c’è Paolo Falco, il sindaco di una delle isole. Da tempo si batte per ottenere questo riconoscimento e migliorare la vita degli isolani. Come ha spiegato lui stesso, il traguardo delle firme è fondamentale per avviare il processo. Se ci riescono, sarà possibile presentare la proposta come legge regionale.

Ora, però, tutto dipende dalla partecipazione dei cittadini. Serve un grande sforzo collettivo per raccogliere queste firme e superare il primo ostacolo. È una strada lunga, certo, ma anche un’opportunità per dare voce a territori che, troppo spesso, si sentono dimenticati.

I faraglioni di Capri (Depositphotos foto)
I faraglioni di Capri (Depositphotos foto) – www.marinecue.it

Una proposta per le isole del golfo

Proprio su questo tema, le isole di Ischia, Capri e Procida hanno deciso di muoversi. I sindaci dei nove comuni che le compongono hanno unito le forze e formato una commissione interisolana. L’obiettivo? Riconoscere ufficialmente queste isole come “zone disagiate”. Una definizione che, se accettata, potrebbe portare vantaggi concreti.

Le questioni più urgenti sono sempre le stesse: sanità e trasporti. Strutture sanitarie troppo piccole e trasporti inaffidabili sono problemi che, qui, si sentono molto di più rispetto al resto della Campania. Per affrontare queste difficoltà, è partita l’idea di una raccolta firme, con l’obiettivo di raggiungere quota diecimila firme. È il primo passo, ma un passo importante.