Scoperta una nuova isola mai vista in mare | La NASA lo ha appena rivelato: tutto grazie ai suoi satelliti
La NASA ha da poco condiviso una scoperta surreale. Nei mari dell’Asia ci sono delle isole che compaiono e scompaiono. Ecco di cosa si tratta
I satelliti artificiali vengono lanciati nell’orbita spaziale generalmente mediante un razzo, per garantire degli scopi ben precisi. Le migliaia di satelliti presenti sono in grado di catturare immagini inedite del nostro pianeta dall’alto, così come dell’intero Sistema Solare e degli altri corpi che lo compongono.
Parliamo di un metodo che facilita tremendamente il lavoro degli scienziati, che proprio grazie alle catture fornite riescono a scoprire informazioni sempre nuove riguardanti la costituzione e le caratteristiche dell’Universo. I satelliti sono progettati per effettuare differenti percorsi a diverse altezze e velocità.
Fornendo qualche breve cenno storico, il primo satellite ad essere stato lanciato in orbita fu lo Sputnik, per mano dell’Unione Sovietica nell’ambito della corsa allo spazio, contrasto a distanza con gli Stati Uniti d’America. Un evento di importanza globale che avvenne il 4 ottobre del 1957.
Dopo quasi settant’anni il lancio di satelliti artificiali è divenuta una pratica comune; basti pensare che nella zona più bassa dell’orbita terrestre sono presenti oltre 3000 di questi speciali veicoli spaziali. Tra questi c’è anche la Stazione Spaziale Internazionale, gestita coordinatamente da cinque agenzie spaziali provenienti da tutto il mondo, che si occupa di raccogliere informazioni e favorire la ricerca scientifica nell’ambito spaziale.
Le straordinarie immagini catturate
Negli ultimi giorni è stata diffusa la notizia della ripresa da parte di due satelliti NASA – il Landsat 8 e il Landsat 9, di un isola inizialmente emersa e successivamente scomparsa nel nulla; una vera e propria formazione fantasma. Ma esattamente, di cosa si tratta? Prima di tutto c’è da specificare che il rinvenimento è avvenuto all’interno delle acque del Mar Caspio, in Asia, a largo delle coste azere. Il fenomeno individuato, a detta degli esperti, è stato generato da un’eruzione vulcanica che ha interessato il cratere Kumani Bank.
Nel corso della storia il medesimo vulcano ha originato altre formazioni simili, isole all’interno del bacino acquatico; basti pensare che già a partire dal 1861, con la prima eruzione nella storia dello stesso, si assistette ad un fenomeno simile. Nel caso specifico recentemente analizzato dalla NASA, l’isola è comparsa nel corso dei primi mesi del 2023, presentandosi con una larghezza approssimativa di circa 400 metri, prima di scomparire quasi definitivamente sul finire dell’anno 2024, per effetto dell’erosione praticata dalle onde del Caspio.
La spiegazione del fenomeno
Come detto, seppur incredibile, non si tratta affatto di un unicum nella storia, soprattutto considerando le caratteristiche del territorio in cui il fenomeno si presenta, uno spicchio di Terra in cui due placche litosferiche entrano in contatto. Sono state addirittura otto le eruzioni del Kumami Bank nel corso di neanche 200 anni e a seguito di ogni evento sismico la formazione di isole di differenti dimensioni è sempre stata assicurata.
Le misure massime mai registrate riguardarono un isolotto largo 700 metri e alto 6 oltre il livello del mare, generato dall’intensa eruzione che ebbe luogo nel 1950. I geologi hanno spiegato quale sia il fenomeno alla base, affermando come la presenza di materia organica nel sottosuolo, rilascia verso la superficie sedimenti argillosi e metano, sottoposti a elevate pressioni che ne contribuiscono il riaffioro. La notizia arriva da Geopop.