Cina, le sue mire volgono sempre lì sguardo a Taiwan | Se ne sono inventata un’altra per invaderla: sembrano imbarcazioni civili
Il colosso asiatico rafforza ulteriormente il proprio arsenale militare per raggiungere Taiwan? Cosa è emerso dagli ultimi report
L’isola di Taiwan, anche nota come Formosa, si localizza a sud-est rispetto alla Repubblica Popolare di Cina, divisa da quest’ultima unicamente mediante l’omonimo Stretto di Taiwan. Politicamente si tratta di una entità statale a riconoscimento limitato, considerando che la sua sovranità non viene riconosciuta né dai membri del Consiglio di Sicurezza ONU né dall’Unione Europea.
La Cina aspira a controllare l’isola da tempo immemore, ufficialmente per motivi prettamente patriotici. L’occupazione di Taiwan è vista come definitivo passo da compiere per perseguire l’obiettivo di ‘ringiovanimento nazionale’ dello Stato e il presidente cinese Xi Jinping si è dimostrato in più di un’occasione fortemente determinato nel raggiungere tale obiettivo.
In realtà si tratta più di una necessità strategica, data la posizione geografica di Taiwan a metà strada tra il sud-est e il nord-est del territorio asiatico. Gli Stati Uniti a partire dal 1979, con il Taiwan Relations Act, si impegnano ad inviare aiuti militari a Taiwan per proteggere la propria sovranità nazionale in caso di attacco da parte delle forze armate della Repubblica Popolare.
Ma il recente sviluppo ed incremento dell’arsenale bellico cinese, in termini di mezzi, ha gettato in uno stato di concreta preoccupazione le autorità governative e militari taiwanesi, dubbiose sul fatto che questo potenziamento corrisponda ad un preventivo campanello d’allarme in merito all’invasione dell’isola.
La produzione di imbarcazioni decisamente peculiari
H.I. Sutton mediante il portale Naval News ha affermato che la Cina stia operando la costruzione di chiatte speciali, ossia unità navali specifiche, pari ad un numero di almeno cinque. Questi mezzi bellici sarebbero in grado di lanciare e recuperare elicotteri d’assalto e garantirebbero alle forze armate cinesi uno strumento estremamente pratico e rapido per facilitare lo sbarco dei carri armati in un determinato settore. Gli analisti della difesa, che si occupano del monitoraggio della produzione che avviene nei cantieri navali cinesi, hanno evidenziato un intensificazione nella produzione di un determinato tipo di imbarcazione bellica, definite insolite e collegabili a piani di sbarchi anfibi.
La peculiarità di questi mezzi sono da ricercare proprio nei ponti stradali, che secondo stime preliminari misurerebbero più di 120 metri e che garantirebbero alle forze speciali lo sbarco su differenti tipologie di superfici, oltre che all’imbarcazione la possibilità di restare anche in acque profonde. Sulla poppa, secondo quanto emerso dalle osservazioni, ci sarebbe una piattaforma volta all’attracco e allo scarico di ulteriori navi.
Utilizzo in ambito civile? Un’opzione poco convincente
Sutton non getta l’allarme, specificando come la possibilità che la costruzione di questi nuovi mezzi possa essere destinata ad una funzione civile non è assolutamente da scartare a priori, ma il fatto che la produzione abbia subito una progressiva intensificazione, di modelli estremamente simili tra loro e di dimensioni molto più elevate rispetto ai predecessori, contribuisce a far perdere decisamente quota a questa teoria.
Come ribadito dagli stessi analisti, infatti, per le caratteristiche individuate le chiatte difficilmente potrebbero rappresentare un prodotto commerciale, in quanto rappresentate da dimensioni eccessivamente elevate per l’impiego in tale ambito. La certezza non è un elemento conclamato, ma è indubbio che tutti i dati a disposizione degli esperti indirizzano verso l’ipotesi di un utilizzo per lo spostamento e lo sbarco di attrezzature e di un importante numero di unità. La notizia viene riportata da InsideOver.