Granchio Blu, le hanno tentate tutte senza esiti positivi | Ora arriva la soluzione al problema: un richiamo sterminatore
I pescatori del Delta del Po hanno provato in ogni modo ad allontanare il granchio blu. Ma il metodo definitivo per liberarsene è finalmente venuto alla luce
Il granchio blu è una specie di crostaceo proveniente delle Coste occidentali dell’Oceano Atlantico, che già da qualche anno ha raggiunto il Mare Adriatico, cominciando a generare una serie di interminabili disagi per pescatori e allevatori della zona.
Sono stati quantificati danni pari ad oltre 100 milioni di euro a danno proprio di coloro che lavorano nell’ambito della pesca e nel settore ittico. Questo perché gli allevamenti di molluschi, cozze, vongole, ostriche e telline nello specifico, sono stati letteralmente invasi dal crostaceo, che ne ha provocato una devastazione effettiva.
Ma anche specie di pesci ed ulteriori varietà di crostacei hanno risentito degli effetti negativi prodotti dal granchio blu, definito a più riprese dai media come un vero e proprio ‘killer dei mari‘. Prestando particolare attenzione al nostro territorio, l’area nord-est, corrispondente con il Delta del Po in Veneto, risulta essere la più colpita.
Sono stati numerosi i tentativi messi in atto per scoraggiare il granchio blu a proseguire la sua opera di sterminio nei confronti delle altre specie marine, senza mai trovare un metodo che permettesse definitivamente una tregua dai suoi effetti. E poi ecco giungere quella che veniva indicata come l’ultima spiaggia, ma che forse potrà garantire un contrasto effettivo alla piaga del granchio blu.
La sperimentazione e gli effetti positivi sortiti
Arriva così definitiva introduzione, un vero e proprio dissuasore che allontanerà i granchi blu dagli allevamenti che rischierebbe potenzialmente di mettere a rischio. Come funziona? Questa specifica apparecchiatura permette l’emissione di frequenze sonore che risultano essere disturbanti per il crostaceo ed è alimentata attraverso pannelli fotovoltaici. L’idea deriva ha avuto origine per puro caso; un uomo si è accorto che, a seguito dell’azione di battere un tubo, il granchio appariva infastidito dal rumore prodotto.
E poi la messa a punto, grazie all’ausilio di un tecnico elettronico che ha permesso la resa di un prototipo realizzato in acciaio, poi effettivamente sperimentato in campo, mediante l’impianto presso un allevamento di cozze sito a Porto Levante, nel rodigino. Sei mesi di prove costanti, fino a rendersi effettivamente conto che sì, l’idea aveva prodotto i risultati auspicati, con un’attestata riduzione della presenza del crostaceo all’interno dei vivai pari ad oltre il 90%.
Il brevetto e l’entrata in commercio
L’invenzione è stata brevettata e garantirà un raggio d’azione pari ad oltre 3000 metri. La produzione risulta essere attiva e sarà possibile usufruire dell’apparecchio in modo complementare all’acquacoltura.
E’ stato proprio l’inventore a manifestare pubblicamente gli effetti prodotti dai dissuasori, che possono essere immersi nell’acqua fino a 60 centimetri, risultando tranquillamente monitorabili e controllabili anche da remoto, mediante un programma dedicato impostato nello smartphone. E ora i lavoratori del Delta del Po potranno contare su un determinante alleato per il contrasto al granchio blu, causa di milioni di euro di danni e di migliaia di esemplari marittimi spazzolati via. Lo afferma Polesine24.