Una nuova mappa mostra i fondali marini con una risoluzione senza precedenti

Nuova risoluzione in arrivo per i fondali marini: la mappatura lascia senza parole per la precisione ottenuta. Come è possibile?

Arriva l’aggiornamento alla nuova mappatura dei fondali marini. La Carta Batimetrica Internazionale dell’Oceano Artico (Ibcao) aumenta la zona di copertura delle mappe di 1,4 milioni di chilometri quadrati.

Così si ha una mappa fedele dei fondali della zona di circa il 25% del totale. Al progetto ha collaborato anche l’l’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale, con la vigilanza del Ministero dell’Università e della Ricerca.

La notizia è incredibile perché la tecnologia tradizionale radar in questa parte del mondo non funziona per via della presenza di ghiaccio galleggiante o banchisa. In più c’è il problema delle condizioni atmosferiche, che non sempre aiutano i ricercatori nel loro lavoro.

Come funziona questo nuovo aggiornamento e perché è importante? Questo nuovo importante strumento fa la differenza nelle ricerche scientifiche e nel modo in cui vediamo questa zona del mondo. Il supporto alle attività di ricerca è solo un inizio secondo gli addetti ai lavori. Ecco perché.

Perché questo aggiornamento è importante

Una mappatura più precisa è un supporto importante per chi opera in questa zona di mare con diversi scopi. Infatti, gli scienziati possono usare questi strumenti per gestire le campagne di ricerca con maggiori informazioni. Così i ricercatori possono orientarsi e possono verificare la presenza di zone ancora da esplorare. La novità di questa nuova mappatura è anche una risoluzione più alta delle immagini rispetto al passato (circa 4 volte di più). Così gli scienziati possono identificare delle specie sottomarine che non si vedono bene con altre tecniche di fotografia e che per ora possono restare sconosciute.

Una mappatura precisa è alla base anche della navigazione nell’Oceano Artico. Infatti in questa zona si muovono navi rompighiaccio e sistemi di monitoraggio dell’ambiente, dato che i poli mostrano i segnali più devastanti del cambiamento climatico. La mappatura è anche un aiuto per capire come sta cambiando questa zona del mondo e come cambiano gli ecosistemi visto che il ghiaccio presente è sempre di meno. Le specie in pericolo che si trovano sui fondali marini potrebbero essere poco conosciute, oppure potrebbe essere difficile riuscire a fornire un aiuto.

Fondali marini con pesci e piante (Pixabay Foto) – www.marinecue.it

Come funziona la nuova mappatura

Per ottenere questo risultato, gli esperti hanno usato delle navi adatte all’ambiente in cui operavano e delle stazioni galleggianti e mobili di ricerca. La mappatura è disponibile in formato digitale opensource, così i ricercatori possono usarla in forma libera. I dati barometrici ora disponibili sono un tratto di Artico a nord del 64esimo parallelo Nord. Il progetto Ibcao per una mappatura dei fondali dell’Oceano Atlatico è stato avviato in Russia nel 1997.

In più, a partire dal 2017 il progetto è stato affiancato dall’iniziativa giapponese Nippon Foundation-GEBCO-Seabed 2030. Anche se il 25% dei fondali è ora mappato, restano ancora sconosciute le zone della Groenlandia e dell’Arcipelago artico canadese. Per queste zone gli esperti stanno valutando la possibilità di usare dei sottomarini autonomi. Secondo i ricercatori, il progetto ha molti margini di miglioramento, anche in vista delle nuove tecnologie in arrivo. L’obiettivo finale è arrivare a una mappatura completa dell’Oceano Artico entro il 2030.

Annarita Faggioni

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